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UN GIORNO DI TERRORE regia di Walter E. Grauman

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Marco Iafrate     9 / 10  11/05/2012 17:24:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Pur incentrandosi sullo scontro tra diverse classi sociali, (la ricca signora da una parte e gli emarginati, i rifiuti della società, da un'altra), il film esplora soprattutto le conseguenze del delicato rapporto tra una madre ed il proprio figlio. La donna , vedova, vive con il figlio trentenne in una bellissima casa, tutto è apparentemente tranquillo, gli agi portano il sorriso e le ricchezze materiali gratificano l'esistenza ma possono offuscare la mente e far venir meno una ricchezza molto più importante, quella dell'animo.

Mentre un giovane James Cann legge la lettera indirizzata ad un'incredula Olivia de Havilland per mano del figlio appena partito per un week end, tutte le certezze della donna vengono meno, il castello di vetro costruito così diligentemente a colpi di adulazioni, di morbose attenzioni per quell'angelo disceso in terra si frantuma al suono di quelle poche, terribili parole, è il momento più drammatico del film, la presa di coscienza, Cornelia, prima che i sensi la abbandonino, acquista la consapevolezza che tutto nasce bene dalle mani dell'autore delle cose ma poi tutto degenera nelle mani dell'uomo, l'educazione impartita, basata su un amore soffocante, ha generato un infelice, una pagliuzza in mezzo alla tempesta di una società crudele ed indifferente nel momento del bisogno.

"Mi sbagliavo", dice Randall a Cornelia, "il tuo tesoruccio non ha poppato fino a 12 anni, gli dai da poppare tutt'ora", l'uomo è cresciuto protetto dall'amore di una madre possessiva ed orgogliosa che ha fatto della sua proprietà privata una fonte di egoismo, di invidia e di vizi.

Il film sembra ribaltare la tradizionale ottica interpretativa della storia che vede nello sviluppo della società civile una forma migliore di socialità, l'enorme divario creato dalle classi non permette questo nobile proposito, il ricco, "essere umano", vede il povero, "bestia",come un prodotto sbagliato della società, un elemento di disturbo, Cornelia al cospetto di Randall mette in mostra tutte quelle che soltanto chi appartiene allo stesso rango ritiene siano qualità, la ragione di vita è la quantità dei beni posseduti, l'ambizione divorante, la brama di accrescere la propria fortuna personale.

Al contrario Randall, al pari dei suoi 2 complici e degli altri due disadattati che saccheggiano la casa di Cornelia, non si pongono minimamente il problema della distinzione tra l'essere e l'apparire, si mostrano per quello che sono, senza necessità di coprirsi con la maschera della benevolenza, di fronte a tutto quello sfarzo e a quegli ori avvertono ancora di più quella disuguaglianza che pone da una parte la vanità ed il disprezzo e dall'altra la vergogna e l'invidia. La consapevolezza di questo divario, incolmabile, genera nella mente di quegli esseri emarginati il sentimento che accompagnerà tutta la pellicola, l'odio.

Claustrofobico per tutta la durata della permanenza in ascensore di Cornelia, prigioniera di ciò che avrebbe dovuto diligentemente servirla, il film è carico di suspense, con momenti che ricordano i migliori thriller. Consigliato soprattutto a quelli che non hanno mai visto un film della fantastica Olivia de Havilland
strange_river  11/05/2012 17:39:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
...interessante...
Marco Iafrate  11/05/2012 21:17:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Se puoi, vedilo. Grauman mi era sconosciuto, è stata una sorpresa, se si tralasciano alcune ingenuità è proprio un bel film. James Caan di primo pelo fa tenerezza.