Ciumi 9 / 10 13/07/2010 17:50:33 » Rispondi Per la ricchezza stilistica, per la varietà delle citazione, e soprattutto per come De Palma riesce a imprimere il disagio reale di una ragazza dissociata sopra uno sfondo di finzione e frivolezza, resta per me il suo film migliore.
Del resto l'originalità del film sembra nascere proprio da certi accostamenti, quasi azzardati: se Carrie è una figura autentica, esagerato è ad esempio il personaggio della madre strega; oppure irreale è l'atmosfera della casa, che sembra uscita da un favola nera, mentre veritieri appaiono altri ambienti come quelli scolastici.
E la regia ugualmente oscilla, tra reale e teatrale; unisce uno stile da film di serie B per ragazzi, ad un cinema profondo e sensibile.
Nella sequenza iniziale della doccia, il regista fa già ampio uso di rallenti enfatici, carica le immagine di musiche patetiche; ma al centro pone lei, il suo mestruo, il sua trauma, la sua angoscia, la zimbella presa nel cerchio delle risa e degli scherni.
Certo rimane in rilievo il tema dell'ossessione religiosa - una statuetta di Gesù con gli occhi di Satana; nello specchio in cui Carrie si guarda, l'immagine di Cristo si deforma e si frantuma; la madre invasata; l'ultima cena; il castigo dello sgabuzzino - ma ciò sembra passare in secondo piano, dietro all'insicurezza patologica e al malessere della ragazza.
Nella lunga scena del ballo, il film tocca poi il suo vertice inventivo e barocco; quando la serata di una cenerentola dalle tinte rosa, si trasforma in orrore rosso. Allora quel sangue, che in principio veniva con l'intento di annunciare la vita, cosparge la timida Carrie quale crisma di morte. E tutti, anche coloro che intendevano aiutarla, riprendono a ridere in un caleidoscopico girotondo. E il principe cade. E l'inquadratura si sdoppia. E da una parte la reginetta del male sbarra il suo sguardo; mentre dall'altra s'aprono le fiamme dell'inferno. Poi, con la crocifissione della madre, che riprende la posa della statuetta del Cristo dallo sguardo satanico, si placa la rabbia vendicatrice, e la casa sprofonda nel buio.
Ma nell'ultima scena (forse ancora una citazione, a 'Un tranquillo week-end di paurà), De Palma non pone fine al suo male ed anzi, da ragazza a ragazza, e d'angoscia ad altra angoscia, lo fa propagare.