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JCVD regia di Mabrouk El Mechri

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phemt     9½ / 10  26/03/2009 15:06:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Forse non riesco ad essere proprio obiettivo quando si parla di Van Damme ma questo JCVD è praticamente un capolavoro senza se e senza ma… Sono anni che ribadisco che Van Damme è un signor attore molto più dotato di quanto emerga dai suoi film… Che soddisfazione ora che tutti si renderanno conto che avevo ragione!

Jean Claude nasce in un paesino del Belgio e la sua formazione fisica passa attraverso lo studio delle arti marziali fin dalla più tenera età a cui si aggiungono cinque anni di danza classica, cosa che permette al giovane Van Damme di sviluppare uno stile di lotta molto particolare e molto coreografico che sarà poi il marchio di fabbrica della sua carriera cinematografica…
A vent’anni parte per l’America in cerca di fortuna, si guadagna da vivere facendo lo stuntman e, leggenda narra, come buttafuori in un locale di Chuck Norris… Poi arriva l’Ivan Tresinsky di Kickboxers – Vendetta Personale (il suo primo vero ruolo cinematografico) e un altro paio di film ma sarà un altro Kickboxers (Il Nuovo Guerriero stavolta) a rappresentare la vera svolta nella sua carriera… Arriveranno poi svariati film e il successo internazionale, svariate mogli con realtivi divorzi, la cocaina, i problemi personali, le cause perse ecc…

E’ proprio qui che comincia JCVD sottospecie di mockumentario incentrato su un Jean Claude ormai avanti con l’età: Van Damme non ce la fa più a litigare con qualche s****to regista orientale (che prende a freccette l’immagine di Hollywood) dopo l’ennesima scena d’azione della sua vita, sta perdendo l’affido della figlia e gli hanno bloccato l’assegno… L’ingresso in una banca gli farà vivere il suo personale pomeriggio di un giorno da cani e a noi un film a dir poco splendido!

JCVD si sviluppa mediante un’ intrigante narrazione non lineare con sceneggiatura ad incastro… Il film, diviso in quattro capitoli, è nobilitato da una fotografia notevole e da una regia di grandissimo livello…
El Mechri non si fa mancare citazioni cinematografiche a partire naturalmente da Quel Pomeriggio di un Giorno da Cani su tutti (il cattivo è la copia sputata dello sfortunato John Cazale) ma soprattutto è molto abile a gestire una storia che poteva cadere nel ridicolo o nell’autocompiaciuto… Sa come gestire la mdp e racconta la storia così come andrebbe raccontata senza troppi fronzoli né virtuosismi eccessivi…

Sceneggiatura calibrata perfettamente a partire da ogni singolo dialogo o situazione creatisi, dalle frecciate a Woo e Seagal per arrivare allo snervante monologo della tassista…
Ma, aldilà dell’incastro, la cosa che colpisce di più è l’assoluta verosimiglianza del narrato, dalla reazione di Van Damme quando pensa che sia una candid camera a come tutte le coincidenze si incastrino perfettamente senza forzature o comportamenti illogici passando per il criminale che si fa ammaliare dal suo mito personale e a quello senza scrupoli che preferisce uccidere innocenti invece di arrendersi…

Il protagonista assoluto dell’opera però è naturalmente Van Damme autore di una prova a dir poco esaltante…
Jean Claude ci mette tutto se stesso nel film, parla dei suoi problemi personali e della sua vita, ironizza molto su stesso e il falso finale è abbastanza emblematico al riguardo…
Il pianosequenza della confessione in cui Van Damme apre se stesso al mondo intero è uno dei momenti più intensi e toccanti della storia del cinema! Jean Claude sta solo chiedendo scusa per non aver saputo essere grato del dono fattogli (il suo sogno di quando aveva 13 anni divenuto realtà) e si pente degli errori e di tutto quello che non ha saputo gestire… Non sta chiedendo una seconda possibilità, non sta chiedendo di crederlo un uomo migliore, si sta solo confessando e da personaggio pubblico qual è invece di confessarsi con il prete lo ha voluto fare con il grande pubblico, sia con quelli che lo amano sia con quelli che lo odiano!

Finale perfetto, Van Damme che dice alla madre che di sorprese ne ha abbastanza e poi si colpisce in testa col telefono mentre gli viene da piangere è sentimento allo stato puro…

Servirà a rilanciare la carriera di Van Damme? Non credo, ma servirà a Jean Claude per prendersi le sue belle rivincite verso la critica e per dimostrare quanto talento sia stato sprecato con filmetti del cacchio…
Alla facciaccia dei detrattori, di chi pensa “si ma se Seagal incontra Van Damme con una mossa lo uccide” e pure di John Woo che se ne tornasse a riprendere piccioni ad Hong Honk va che è meglio per tutti…
E peste lo colga chi osa ancora mettere Van Damme e Seagal nella stessa frase…