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OMICIDIO A LUCI ROSSE regia di Brian De Palma

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antifan     6½ / 10  05/03/2017 11:47:20Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Lo sanno tutti che De Palma è un regista che ha già dato. I suoi lavori migliori (a detta dei suoi estimatori) risiedono negli anni 80, da li in poi il regista ha intrapreso una strada che è diventata una inevitabile parabola discendente. Parabola che evidenzia sempre di più i difetti e evidenzia sempre meno i pregi che comunque il regista possiede; persino nei suoi film peggiori.
Omicidio a luci rossi sotto questa ottica, credo che rappresenti bene quello che ho appena scritto; abbiamo in questo caso un thriller, e tutti sanno che questo è stato il genere dove De Palma ha reso meglio( Blow out, Vestito per uccidere, Obsession vi dicono niente? e se vogliamo anche The Black Dahlia, inatteso e piacevole colpo di coda..), e infatti mi aspettavo un film in linea con i precedenti , e se vogliamo in un certo modo lo è. Cioè ,ci sono si, tutti gli elementi che hanno caratterizzato i suoi precedenti film e(purtroppo) sopratutto anche tutti i difetti.
Infatti potrebbe essere superfluo notare che il regista ha una predilezioni per il cinema di bassissimo livello: quello di exploitation, soft porn, di serie z; e per temi come l'ossesione o il voyeurismo. Il punto è che il regista si divertiva a "giocare con questi contesti usando una forma raffinata dando vita a rivisitazioni interessanti. In Blow Out ad es, questa forma cosi enfatica, vistosa, mascherava i difetti cronici del regista( caratterizzazione dei personaggi, recitazione, narrazione), in Omicidio a luci rosse no.
Si capisce che il regista sia un fanboy di Hitchcock (e aveva fatto un film quasi identico) ma anche qui si cita ancora "Vertigo" e " La finestra sul cortile", ma oltre a ciò è il fatto che De Palma è cosi sguaiato, cosi volgare che il film diventa fastidioso a vedersi. Troppo grottescho. Come già scritto, difetto ricorrente dell'autore, ma qui il fastidio è maggiore; e non solo per questo , i personaggi infatti non sono il massimo, con abusatissimi cliché : poliziotti stupido e odioso, protagonista accusato di un'ingiustizia, bionda idiota…e sopratutto si percepisce la carenza del controllo da parte del regista sulla narrazione( le due ore si sentono tutte…). Mancanza che era stata mascherata in precedenza per la breve durata( nessun suo thriller superava i cento minuti)delle pellicole. Oltre a ciò il nostro protagonista fa il suo ma niente di memorabile, al contrario la vicina del protagonista( ) lo è ma non per particolari doti da attrice( almeno in questo film), ed è davvero splendida. Scena cult lo spogliarello, invece Melanie Grifith è odiosa fino all'esasperazione( ancora più irritante che nel "Falò della vanità" e ho detto tutto).
Detto ciò bisogna riconoscere i pregi(e pur sempre De Palma): ci sono sequenze di alta scuola, (derivate ancora da vertigo...)e un buon colpo di scena che tutto sommato fanno prendere la sufficienza al film( anche qualcosina in più)ma credo che non sbaglierò a affermare che è questo il film che da il via alla discesa artistica del (comunque) grande regista americano.