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MEAN STREETS - DOMENICA IN CHIESA, LUNEDI' ALL'INFERNO regia di Martin Scorsese

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Invia una mail all'autore del commento mkmonti     8 / 10  18/04/2007 14:27:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un viaggio nella “Little Italy” della “Grande Mela” alla ricerca della redenzione: Charlie (Harvey Keitel) e Johnny Boy (Robert De Niro) sono due interpretazioni della stessa realtà. Il primo, innamorato di Teresa, sorella di Johnny,è alla costante ricerca dell’affrancazione da una condizione di miseria e disoccupazione che neppure l’educazione religiosa a cui si aggrappa riesce a spiegare: è il conflitto interiore tra la sua profonda religiosità cattolica e la vita sregolata che conduce. Il secondo,al contrario, è attratto solamente dai facili guadagni, poco incline alle fatiche del lavoro, spaccone e con l’aria di chi non ha niente da perdere tanto da impugnare una rivoltella per sparare contro l’Empire State Building, simbolo della ricchezza tanto agognata.
Domenica in Chiesa,lunedì all’Inferno, probabilmente mai sottotitolo è stato più indovinato: le sue ossessioni cattoliche (il peccato e la redenzione, la carne ed il sangue) fanno corpo unico con il racconto; un mondo dove crimine e legalità s’intersecano come fili inestricabili. Il fascino dell'opera risiede nel suo meccanismo "antinarrativo"; domina la stasi, le azioni proseguono al rallenty, un pò come le carrellate dentro il locale, che sembrano già il preludio dei bellissimi piani sequenza di "Quei bravi ragazzi". I personaggi si trascinano nel loro incedere, aspettando quel punto di rottura che porterà al tragico finale. Gran parte della narrazione si consuma nel locale notturno di Tony che si pone come
il luogo della dannazione terrena, l'anticamera dell'inferno dove giocare ad esorcizzare l'inferno stesso. E Charlie, come la maggior parte degli eroi scorsesiani, è sospeso tra l'obbedienza alle regole della tradizioni (religione,famiglia) e l’esperienza della “strada” che porta a scelte che assumono un carattere sempre più sofferto.
La strada per l'inferno è spianata; ed è lo stesso regista nella veste di un killer, a premere il grilletto.
In Mean streets è racchiuso tutto l’universo del regista italo-americano:la predilezione per storie sulla vita violenta dei bassifondi dove prevalgono la fisicità dei personaggi e le loro pulsioni autodistruttive,la costante presenza autobiografica,l’ironia dai risvolti inquietanti costituiscono i pilastri del suo cinema che soli quattro anni più tardi lo porteranno a realizzare l’iperrealista “Taxi driver” e stravincere la Palma d’Oro a Cannes.Prima di ogni altro,in tale ottica,Mean Streets è un dramma che stordisce, crudo, dal puro sapore autobiografico che non può che riportare all’infanzia di Scorsese vissuta proprio a Little Italy e porsi,senza timore di smentita, come architrave della sua eccezionale filmografia.
Dick  15/09/2007 12:07:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"sorella di Johnny"

ma non era la cugina?