caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

RE PER UNA NOTTE regia di Martin Scorsese

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Weltanschauung     8½ / 10  23/05/2012 14:25:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Re Per Una Notte è una delle migliori pellicole di Martin Scorsese, nonostante sia uno dei film meno considerati nella filmografia dell'italoamericano.
Nel 1983, il regista anticipava sul grande schermo la smania del divismo mediatico che al giorno d'oggi è divenuta oramai normalissima routine.

La trama vede un aspirante commediante, il grottesco Rupert Pupkin(Robert DeNiro), che spende il suo tempo nel mettere in scena spettacoli comici davanti ad un pubblico di cartone. Ossessionato dal celebre attore televisivo Jerry Langford (un abilissimo J.Lewis), comincia a pedinarlo nel tentativo di illustrargli i suoi progetti, dando il via alle più sfrenate fantasie su una improbabile carriera da showman.
Il duro scontro con la realtà dei fatti costringerà però Rupert a prendere drastici provvedimenti...

Il Pupkin scorsesiano non è altro che un Travis Bickle che liberatosi dalla noia esistenziale metropolitana, focalizza la sua paura del "non essere nessuno" sulla possibilità di apparire in tv.
Per emergere dalla mediocrità e dall'anonimato cittadino, egli tenta di essere qualcuno, di essere riconosciuto, di farsi approvare, solamente che questa volta, invece di "ripulire la città" con violenza, tenta di apparire in uno show televisivo.

Straordinario il lavoro di tratteggiamento della psicologia instabile e complessa di Pupkin, e strepitoso per l'ennesima volta Robert De Niro che si immerge stanislavskijanamente nel personaggio fornendo probabilmente la sua migliore interpretazione della carriera.
Il suo percorso delirante viene ripreso in maniera lenta e graduale, senza mai alzare i toni della vicenda, ed in un' evoluzione narrativa sempre più assurda, viene mostrata la lucida determinazione del protagonista verso il suo obiettivo finale.

Lo stile si concilia perfettamente con i contenuti, la messa in scena generale ed i movimenti di macchina risultano del tutto funzionali alla drammatizzazione. L'impersonalità della regia trasmette costantemente una sensazione di agorafobia.
La maniera in cui vengono gestite le scene più imbarazzanti di negligenza di Pupkin, sono difatti il magistrale frutto di una una macchina da presa mai invadente, che non prende il sopravvento su storia e recitazione, mantenendo così in armonia l'intero film.
Singolari le riprese delle immagini televisive dello show di Langford, sempre statiche e senza profondità, è dunque lo stesso video che si fa portatore di contenuti degenti e massificanti.
Lo humour presente è lontanissimo dalle classiche commedie americane, anche se si percepisce il profumo di Blake Edwards alle fondamenta della struttura.

Re Per Una Notte naviga per tutta la sua durata tra realtà e sogno, specie nella prima parte, dove questa opposizione diviene una caratteristica principale anche grazie all'ottimo lavoro in sceneggiatura di Paul Zimmerman con i suoi ambienti sempre molto curati ed in bilico tra il reale e il televisivo.

L'esattezza dell'analisi di Scorsese sul potere, sul ruolo sociale della celebrità, sulla tv come veicolo primario di valori ingannevoli e subdoli, sulla ricerca esasperata del divismo e sulla incessante ricerca di considerazione, oggi probabilmente appare abbastanza ordinaria e gia iperanalizzata, tuttavia nel 1983 questo aspetto era ancora poco esplorato nella settima arte.
Ma al di là di queste tematiche, ed al di là delle riflessioni sul bizzarro mondo dello spettacolo, Re Per Una Notte è semplicemente l'ennesimo concentrato di talento attoriale e registico della coppia Scorsese-De Niro che ancora una volta riesce a creare un' alchimia cinematografica davvero magica.