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BLUE MOVIE (1978) regia di Alberto Cavallone

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JOKER1926     6 / 10  27/08/2013 17:26:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Blue Movie" , come una stazione vecchia e abbandonata , usurpata dai processi evolutivi del tempo , si presenta, agli occhi del ricercatore del genere, nelle vesti quasi di un pezzo di antiquariato, sporco e consumato.

La fotografia del prodotto di Alberto Cavallone (1978) è il primo segnale di una confezione, quella tecnica, davvero impresentabile, ma tutta questa dirompente artigianalità rappresenta una sorta di autenticità e di pregio.
Il problema, comunque, non nasce e non muore nella fattispecie tecnica, anzi. I film improntati su determinate circostanze sceniche vivono di alcune approssimazioni, ricordate gli attori di "Suspiria"?
Non sempre il cast fa (e deve fare) la differenza, sono altre le cose nevralgiche. Con ciò, quindi, abbiamo appena detto che "Blue Movie" ha nel suo ventre una schiera di attori improvvisati, prestazioni sulla linea della modestia.
Il film italiano di fine anni settanta viene invece a scontentare nell'elaborazione della narrazione.
Con "Blue Movie", mancano parecchie cose. Anzitutto la storia attraverso un montaggio audace , ma alla lunga disastroso, non fa che confondere le idee al pubblico. Ma i guai non finiscono qui; la stessa sceneggiatura vive in un contesto assurdo, ovvero i personaggi e tutte le dinamiche che albergano nel corpo elaborativo del film vertono in circostanze surreali. Il surrealismo è un ente squisito del Cinema, ma esso ha bisogno di particolari sviluppi, "Blue Movie" non promette affatto alcuna "lavorazione" e introspezione delle cose e dei protagonisti. Aumenta la noia e le situazioni non sono nemmeno tanto estreme. Il film fu bandito ai "piccoli" più per le situazioni porno che si ripropongono sempre che per le sequenze di sangue o simili.
Certo, esiste in "Blue Movie" qualche sequenza più forte ma siamo ancora nei limiti.
Volendo, infine, dare una sorta di "logicità" al film, in senso assoluto, potremmo dire che quello di Alberto Cavallone è una specie di critica all'uomo (maschio o femmina che sia) sulla sua "decomposizione" spirituale; un po' come le lattine che non hanno un'anima, esse sono vuote. Il richiamo va dritto, fra simbolismo e personalismi, all'oggetto che identifica, a sua volta, l'uomo attratto da faccende quanto mai trasversali (esser stanchi di se stessi). Insomma tutte teorie interessanti ma terribilmente abbozzate fra tantissima superficialità e tracolli di indeterminatezza. "Blue Movie" è stato scordato, resta un titolo degno di riscoperta ma lontano, troppo lontano dalle lodi che hanno segnato il genere Horror (d'autore).