Kesson 9 / 10 29/05/2006 17:26:52 » Rispondi Il film si basa sul romanzo di Nikos Kazantzakis “Gesù di nuovo in Croce”, successivamente ripubblicato poi come “L’ultima Tentazione di Cristo”. Un superbo viaggio, che ruota intorno ad un Cristo più vero, più umano, distante dalla visione assolutistica del Vangelo. La precisazione è quindi dovuta, dato che per i suoi contenuti, e per le sue “rivisitazioni”, il film potrebbe essere considerato blasfemo. Ma così non é. Scorsese, ha voluto focalizzare il suo viaggio, principalmente intorno all’uomo, affascinato da una figura così complessa, contrastata dal suo essere uomo e allo stesso tempo figlio di Dio.
Ci troviamo di fronte ad un Gesù, uno splendido Willem Dafoe, timoroso, vulnerabile, sofferente. Costruisce croci per i romani, vuole farsi odiare dal suo Dio, vuole essere lasciato in pace, non riesce ancora a capire quale sia il suo posto, sente voci, la voce di Dio, ma ancora non la coglie, non capisce, sente solo dolore. Il sostegno maggiore di Gesù, la sua forza, la sua spinta, è Giuda, un grandissimo Harvey Keitel, che fin dall’inizio, lo attacca, lo insulta, lo sostiene. Ed è proprio Giuda la figura più vicina a Gesù. Dei suoi seguaci è quello che più lo capisce, che lo giustifica, gli sarà sempre vicino, anche nella sua scelta finale, quella più difficile, il famoso tradimento, che in questa rivisitazione, è invocato da Gesù, per il suo sacrificio ultimo. Quindi un Gesù principalmente umano. Ed è proprio qui la forza di questo racconto. Scorsese riesce a trasmettere tutti i dubbi, le preoccupazioni, di un uomo, con un così arduo compito sulle spalle: essere il Messia. Pian piano, Gesù prende coscienza del suo destino, resiste a Satana, si fa messaggero di nuove speranza per il suo popolo, predica amore. Ma è un Gesù che vive solo per gli altri, lui non può amare chi vorrebbe: Maria Maddalena (Barbara Hershey). Lentamente Gesù assume sempre maggiore coscienza. Si compiono i miracoli, la gente lo acclama, lo ascolta, lo cerca. Ma maggiore è il seguito di fedeli, maggiori diventano i suoi dubbi. Cambia idea, modo di agire. Inizialmente predica solo amore, poi incita alla violenza e alla distruzione il suo popolo, che non aspetta altro che la cacciata dei romani. Qualunque idea lui abbia, spera sempre di seguire fedelmente il volere del Padre, il volere di Dio. Già spera sempre, perché come ripetuto, i dubbi, i timori, gli sbagli, i peccati, fanno parte di questo Gesù, come di qualsiasi altro uomo. Ma quando seguito da una massa di gente, verso l’atto di distruggere il tempio di culto, profanato e “commercializzato” dai romani, i dubbi lo assalgono di nuovo, cambia di nuovo idea, la gente gli si rivolta contro, oramai si sente tradita. Ed è qui che Gesù capisce qual’è il suo destino, qual’è il volere del Padre: la croce. Giuda non capisce, non vuole crederci, ma sarà lui a doverlo tradire, sarà lui che dovrà consegnarlo ai romani, su incessante richiesta di Gesù. Si arriva dunque all’ultima cena, ove si compie il miracolo del vino e del pane, sangue e corpo del Cristo. Sembra un Gesù riappacificato, tranquillo, nel suo destino oramai scritto, ma così non é. Anche il figlio di Dio, teme la morte terrena, pur avendo la certezza di una vita ultraterrena. Piange, si dispera, chiede al Padre se la croce sia l’unica soluzione possibile, se quello deve essere veramente il suo destino. E così é. Catturato dai romani, il suo destino si compie; sotto gli occhi beffardi e divertiti della folla, Gesù, viene messo in croce. E tra atroci sofferenze, avviene la sua ultima tentazione. Gesù immagina la sua vita, come sarebbe stata, se Dio gli avesse concesso di viverla solo come uomo. Si immagina un matrimonio, una famiglia, dei figli. Immagina se stesso nella vecchiaia, attorniato dai suoi cari. Ma questa sua nuova condizione avrà conseguenze decisive, l’aver rinunciato alla morte, causerà la totale persecuzione del suo popolo e la condanna del mondo intero. Sul letto di morte, rincontra i suoi vecchi discepoli, rincontra Giuda, che con occhi di disprezzo, gli fa capire che in realtà il volere di Dio di renderlo un uomo come tutti, era il volere di Satana, gli fa capire come il figlio di Dio abbia tradito il proprio Padre, come sia stato ingannato tramite il desiderio che più di tutti l’aveva allettato: essere solo ed esclusivamente un uomo, un uomo come tanti, fra tanti. Gesù capisce, chiede perdono a Dio, chiede di essere riaccolto, chiede di essere il Messia. E si risveglia, di nuovo fra gli insulti della folla, sofferente e sanguinate sulla Croce, alza gli occhi al cielo, sorride, oramai è conscio e convinto del suo destino: “Tutto si è compiuto…tutto si è compiuto” è la frase finale di un Gesù felice di morire. Da molti vista come un insulto, l’ultima tentazione, mostra invece le conseguenze di una possibile diversa scelta di Gesù, avvalorando l’importanza di un uomo, il figlio di Dio, e del suo sacrificio ultimo, simbolo di speranza, di un futuro, di salvezza.