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NEW YORK STORIES regia di Woody Allen, Francis Ford Coppola, Martin Scorsese

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Invia una mail all'autore del commento wega     8 / 10  25/12/2008 10:29:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Anche se non fosse Natale, a proposito auguri a tutti (o quasi), il voto sarebbe quello lo stesso. Il tema centrale o meglio in comune è senz' altro l' amore, a diversi canali di manifestazione. L' Allen tocca il concetto Edipico con un rapporto ingombrante con la madre, della quale non è poi così disperato per la misteriosa scomparsa. Come al solito è un Allen con sedute psicoanalitiche, non troppo divertente, anzi leggermente stressante, ma fotografato bene: Sven Nykvist. L' episodio di Coppola è il peggiore, una favoletta epossidica indurita tanto quanto indurisce lo spettatore, che quasi ben si sposerebbe con il giorno di Natale, rapportando i grandi con i piccini che ne sono i principali protagonisti. Non sarebbe del tutto da cestinare se non fosse per gli interpreti scialbi, eccezion fatta per il nostro Giannini, un tintinnino di retorica ed una facilmente dimenticabile storia d' amore. Bellissima comunque la fotografia del nostro Storaro. Il vero mattatore, che sfiora il capolavoro è Martin Scorsese, identificabile immediatamente, e non nascondo di come -sarà stata la particolarità di questo giorno iniziato in solitudine- sulle note di "A whiter shade of pale" sia scoppiato a singhiozzare. Una burrascosa storia d' amore e una riflessione sul "mestiere" dell' artista e dell' arte in generale, una straordinaria colonna sonora azzeccatamente diegetica e plasmata proprio come un pittore con il suo pennello, a volte delicatamente e sinuoso sulla tela, altre con rabbia e sferzate secche, e la colonna sonora è così; insomma come solo un grande Maestro quale è Scorsese (e credo proprio sia il più grande regista vivente), sarebbe riuscito a fare. Grande la prova di Nick Nolte, Rosanna Arquette e buono Buscemi. Bellissima anche la fotografia di Almendros. Sullo sfondo una New York in formato 1,33:1 esattamente come l' ultimo di Kubrick, e non poteva uscirne, visivamente, meglio.