Yosseph 7 / 10 02/07/2010 17:16:55 » Rispondi Remake dell'omonimo classico del 1962 con Robert Mitchum e Gregory Peck, che in questo film interpretano camei, Cape Fear, del regista Martin Scorsese, è una delle pellicole (insieme all'originale) più famose del genere, fulgido esempio di cinema thriller. La storia è nota: Max Cady (Robert De Niro), appena rilasciato dal carcere dopo aver scontato una lunga condanna per stupro, intende vendicarsi del suo avvocato difensore Samuel Bowden (Nick Nolte), che lo aveva "tradito" al processo […], e comincia perciò a perseguitare lui e la sua famiglia. Scorsese definisce subito i ruoli: Cady è il predatore, elegantemente scolpito e ricoperto di tatuaggi apocalittici, e ciò è evidente sin dall'"agghiacciante" scena iniziale in cui Cady fa push-up nella sua cella di prigione; Leigh Bowden (Jessica Lange) e la figlia quindicenne Danielle (Juliette Lewis) sono le prede, adocchiate nello stesso modo tipico di una pantera che si muove per uccidere. De Niro si immedesima nella parte di Cady in maniera esemplare, con gusto, come se la riproduzione di questo pazzo lo avesse eccitato, risvegliando i canali oscuri del suo talento. Cady non è semplicemente uno psicopatico, è un superuomo nietzschiano, è la mano crudele e assassina della giustizia, che rivendica una severa e spietata punizione.
"Io sono simile a Dio e Dio è simile a me. Io sono grande quanto Dio e Egli è piccolo quanto me. Egli non può essere al di sopra me, né io al di sotto di Lui."
Nolte e Lange, invece, soffrono maggiormente la mancanza dello script di profondità; sono entrambi forti e sicuri, ma i loro personaggi qui non gli consentono di esprimere al meglio la loro vasta gamma di talenti. Superba l'interpretazione di Juliette Lewis, la cui delicatezza e innocenza getta le basi emozionali per il film. Superlativi le musiche, la fotografia e la sceneggiatura; esperta e accattivante la regia di Scorsese, coadiuvata dall'aggressivo montaggio di Thelma Schoonmaker.
Sebbene il film giunga al suo epilogo con la tempesta sul fiume, in cui si raggiunge un tono quasi horror, il suo culmine qualitativo si verifica un po' prima, nel teatro di una scuola superiore: la scena di seduzione tra la Lewis e De Niro è un trionfo di perversione assolutamente paralizzante.