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CAPE FEAR - IL PROMONTORIO DELLA PAURA regia di Martin Scorsese

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Invia una mail all'autore del commento Zazzauser     8 / 10  20/02/2007 02:07:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
In linea generale è un remake assolutamente all'altezza dell'originale del 1962 (tratto dal libro di John D. McDonald), anzi per certi versi è migliore poiché aggiunge nuove sfumature psicologiche ai personaggi.

DeNiro è grandioso, è sostanzialmente impossibile stabilire se sia più o meno bravo di Mitchum in questo ruolo, anche se i due ruoli sono per molti aspetti diversi l'uno dall'altro: di certo c'è che il personaggio interpretato da De Niro assume un connotato più diabolico, sovrumano, molto più violento e sadico di quello a suo tempo interpretato da Mitchum, con tratti che a volte trascendono la realtà (pelle che resiste a liquidi incandescenti, la scena in cui dopo essere stato picchiato di brutto riesce a rialzarsi e prendere a sprangate i suoi tre sicari allontanandoli, o ancora la scena dello stupro, affrontata in maniera sgradevole, ma che Thompson ha saputo rendere in maniera elegante) volti a sottolineare quanto la prigione lo abbia temprato, di fisico e di mente; il Cady di DeNiro è tutto eccessi ed ha forte presenza scenica, mentre quello di Mitchum è meno appariscente e si presenta come una persona dopotutto normale.

Proprio per la diversa caratterizzazione del personaggio di Cady, non più un uomo ma quasi il diavolo fatto persona, questo remake a volte eccede nello splatter ed in sequenze e particolari che rasentano l’horror o che semplicemente sono esagerati e non necessari, sebbene anche l’originale fosse un film audace per l’epoca. Inoltre il Sam Bowden di J. Lee Thompson è decisamente un "eroe" e con la sua forza di volontà riesce a sconfiggere colui che lo perseguita, mentre di quello di Scorsese è imbelle, quasi impotente di fronte alla netta superiorità del suo avversario, più forte, più acculturato e più intelligente (nell'originale non c'era alcuna traccia, mi pare, di questa predilezione di Cady verso la Bibbia e le letture in generale) che viene paragonato quasi a Dio (come da lui stesso detto), e che mi è parso quasi immortale (la faccia che fa quando annega e la ripresa del piede ammanettato fanno presupporre che non sia finita lì), e sebbene sia mosso dalla stessa volontà di proteggere la propria famiglia i suoi sensi di colpa ed i rapporti difficili con la figlia e la moglie diminuiscono notevolmente la sua forza.

Questo remake appunto pone maggiormente l'occhio sulla famiglia di Bowden, calcando sui rapporti intricati fra i tre membri (la moglie che pensa che il marito la tradisca, l'ingenua figlia che si sente imprigionata dai genitori) e sulla situazione di relativa stabilità che ha assunto, dopo un passato difficile, stabilità che viene continuamente minata da Cady per far crollare i legami affettivi, già messi a dura prova, e la fiducia reciproca che li tengono insieme: soprattutto la figlia è facilmente "accattivabile" per così dire e Cady riesce a guadagnarsi se non la sua fiducia una certa forma di attrazione; mentre nell'originale la famiglia resta sempre unita e non vengono narrati astii interni.

La trasposizione, invece di mantenere l'ambientazione anni sessanta, è avvenuta anche a livello temporale e sono stati cambiati (?) la maggior parte dei nomi dei personaggi (il detective privato di Telly Savalas Charles Sievers è diventato Claude Kerserk, Peggy e Nancy si sono trasformati in Leigh e Danielle). Se non altro ho trovato la recitazione di Nolte decisamente migliore di quella di Peck (praticamente monoespressivo). Divertenti camei degli stessi Peck, Mitchum e Balsam, che comparivano come protagonisti nell'originale (il primo che interpreta, pensate un po', l'avvocato difensore di Cady...)