BlackNight90 8½ / 10 08/11/2009 02:29:33 » Rispondi Un film atipico nella filmografia scorsesiana, un film bellissimo da cui emerge in modo delicato ma deciso la spiritualità e la serenità del buddismo e del suo capo spirituale, riuscendo a trasmettere il suo messaggio in modo egregio (viene subito in mente il paragone con Bertolucci, che ho apprezzato di meno): certo bisognerebbe conoscere a fondo il buddismo per coglierne appieno i riti e le varie simbologie, ma, grazie anche a una fotografia maestosa, ne viene fuori uno splendido esempio. Quello di Scorsese mi pare un film umile, visto con gli occhi del giovane Dalai Lama, una prospettiva dal basso: prima dal punto di vista di un bambino piccolo che perde la sua infanzia, poi di un adolescente chino nei suoi studi filosofici, e infine di un giovane uomo piegato dal peso della Storia e della guerra, che mantiene, in ogni caso, la sua dignità (interessante l'incontro con Mao). Ma è anche un film che sa urlare il suo dolore, grazie alla capacità visiva di Scorsese: la vista dall'alto di tantissimi monaci vestiti di rosso, come un macabro tappeto di morte, è un colpo al cuore. E' solo un filo troppo lungo e all'inizio parte lentamente, ma poi ti cattura e riesce a emozionarti, e ti dici che è un peccato che Scorsese sia conosciuto più che altro per i suoi gangster.