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FRENZY regia di Alfred Hitchcock

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elio91     8 / 10  22/05/2011 12:48:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il vecchio leone torna a ruggire e lo fa alla sua maniera.
Dopo i mediocri risultati di critica,pubblico e idee de Il Sipario strappato e Topaz sembrava che la carriera di Hitchcock fosse giunta al capolinea. Lontanissimi erano i tempi di quella serie di capolavori inanellati uno dopo l'altro come tante splendide perle che vanno a formare una collana scintillante con cui magari strozzare una povera ed inerme fanciulla...l'umorismo Hitchockiano mi ha contagiato ormai.
Da Marnie in poi il maestro sembrava aver perso quasi la tenacia delle sue idee. Questo è spiegato perfettamente nel saggio di Truffaut: Hitch ha perso col tempo tutti gli attori preferiti che lo avevano accompagnato nella sua carriera con uno Stewart oramai anziano e Grant ritirato,le attrici algide e stupende lo avevano o "tradito" (la Bergman con Rossellini) o semplicemente avevano abbandonato il cinema per dedicarsi a matrimonio e famiglia come la compianta Grace Kelly. Non fanno eccezioni collaboratori di lunga data come il musicista Herrmann: il contrasto che naque tra i due ha interrotto un sodalizioe importantissimo nella storia del cinema e di certo il contributo musicale del compositore era,oggi è palese,fondamentale per la riuscita di molti capolavori. Ma ancora di più,Hitchock non aveva fatto i conti con un cinema che si sta evolvendo mentre lui ha perso appunto quella maestria nel sorprendere il pubblico con intricate trame intrise di suspance e humor.
Topaz è un film brutto,inutile nasconderlo; un tentativo pasticciato di fare cinema di spionaggio che perde miserevolmente il confronto con Intrigo internazionale,nientr'altro che una confusa matassa di intrighi anticomunisti e anticastristi. Per la prima volta Hitchcock sembra non avere idea di cosa fare.

Ed ecco che dal cilindro esce fuori Frenzy. Progetto presentato a Cannes fuori concorso e che venne accolto in maniera trionfale,non a torto.
Sorprende sotto vari aspetti: non è solo il ritorno al thriller in cui il regista ti mette in agitazione con l'utilizzo della vecchia e cara suspance unito all'humor macabro congeniale,è anche un evoluzione del suo cinema sotto vari aspetti.
Lo stile riesce ad evolvere restando indiscutibilmente lo stesso.
Via infatti donne bellissime e magnetiche per dare spazio ad attrici di teatro navigate comunque affascinanti ma non più della stessa eleganza. Anche sotto il profilo della violenza e di ciò che è lecito mostrare,per la prima volta si ricorre a sequenze di nudo e una scena di stupro e omicidio disturbante e che coglie nel segno essendo,a mio parere,una delle più iconiche del cinema Hitchcockiano.
L'humor nero è accentuato e dosato in una maniera scabrosamente divertente,ottime le cene del commissario con la moglie impicciona ad esempio.
Infine ottimo anche il cast maschile,con un protagonista antipatico nonostante la pecurialità di essere l'uomo al centro del mirino (altra caratteristica che torna dai vecchi film,quella dell'innocente braccato) e un assassino che invece risulta simpatico per quanto spaventoso e crudele.
L'unica cosa che davvero manca è una partitura musicale all'altezza indimenticabile come quelle di Herrmann. Per il resto questo è l'Hitchcock dei tempi d'oro che rinasce dalle sue ceneri nella vecchiaia,magari non all'altezza degli altri capolavori ma comunque capace ancora di prendere lo spettatore e portarlo in una storia di intrigo e suspance alla vecchia maniera,mettendolo a suo agio con frequente sarcasmo e comicità.