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FRENZY regia di Alfred Hitchcock

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     8 / 10  26/04/2005 13:54:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un magnifico oggetto di culto, il penultimo Hitchcock, generalmente poco amato e capito ai tempi della sua uscita, ma dai più rivalutato e in più casi ritenuto un piccolo capolavoro. Hitch torna al tema del suo vecchissimo "il pensionante" - 1926 - ambientando la vicenda in una Londra contemporanea ancora vagamente proiettata negli anni precedenti della swinging London Il personaggio di Rusk è ancora una volta il prototipo del psycho-killer classico, mammone e apparentemente introverso, proprio per questa specie di identificazione troppo radicale con una certa riconoscibilità Hitch non sfugge alle regole che suggeriscono l'omofobia del regista o il contrario (si dice che il regista fosse omosessuale) Un film come Frenzy oggi provocherebbe indistinte reazioni nel mondo gay, come è accaduto per es. a Basic Insticts I motivi della diffidenza della critica erano ben altri: se è risaputo che Hitch fu un maestro nel coordinare perfettamente atmosfera e angoscia senza eccessi di grand guignol e senza mostrare tangibilmente la violenza (chi non ricorda le stroncature a Psycho proprio per aver osato infrangere questo tabù?) qui ricorre, se necessario, alle immagini forti, alla brutalità voyeur del delitto. Un limite o un'eccesso di modernizzazione? In ogni caso Frenzy è un film eccellente, con interpreti misconosciuti ma molto efficaci e consta di varie scene memorabili (il viaggio nel camion di una vittima tra i rifiuti, la fuga di Richard dal carcere attraverso un finto tentativo di suicidio) Irresistibile la figura del dectetive con la moglie impicciona (tipo Uomo - Ombra cfr. Powell-Loy) appassionata di cucina francese Hitch compare tra la folla, davanti al Tamigi, mentre ascolta un'oratore che parla contro l'inquinamento
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  18/05/2007 21:44:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
...e poi vorrei citare Anna Massey, già apparsa in un ruolo simile nel capolavoro di Micheal Powell "L'occhio che uccide": sembra destinata a fare sempre una brutta fine nei film...