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A POOL WITHOUT WATER regia di Koji Wakamatsu

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Tumassa84     7½ / 10  26/03/2012 03:58:16Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il protagonista di questo film è un uomo qualunque, un padre di famiglia sposato con due figli che lavora come controllore dei biglietti in una stazione della metropolitana. E' anche un uomo giusto e coraggioso: come si vede nella scena iniziale, sventa un tentativo di stupro salvando una ragazza da due malintenzionati. Ma è proprio questo avvenimento a dargli una inattesa scarica di adrenalina, che gli farà sembrare incolore la routine di tutti i giorni. La goccia che fa traboccare il vaso, poi, è quando durante un pic-nic si imbatte in una coppia che stava facendo sesso tra i cespugli: il nudo corpo madido di sudore di lei risveglia nel protagonista gli impulsi sessuali da tempo repressi e ne determina la definitiva trasformazione: da retto padre di famiglia che sventa uno stupro a stupratore egli stesso. Armatosi di cloroformio, egli inizia così ad addentrarsi nelle case delle sue vittime dopo averle addormentate, e approfitta ripetutamente del loro corpo. Tra le ragazze che violenta ve ne sarà poi una di cui si innamorerà perdutamente, ed è divertente vedere come le prepara la colazione e le fa le pulizie di casa quando lei giace ancora narcotizzata dopo essere stata stuprata. Ciò che in questo film Wakamatsu riesce forse meglio a immortalare, sono le contraddizioni dei sentimenti che albergano nel cuore degli uomini, che devono riuscire a convivere con degli impulsi molte volte più forti di loro. La repressione degli istinti, il risveglio del desiderio, l'inclinazione allo stesso tempo a violentare e a trattare dolcemente la persona amata. E nel farlo Wakamatsu sembra mantenere un occhio freddo e distaccato: il protagonista non mostra platealmente il cambio da uomo giusto a mostro, le sue violenze si perpetrano con la stessa naturalezza con cui timbrava i biglietti della metropolitana. E' proprio ciò che riesce ad esprimere come le azioni del protagonista di questo film siano i desideri inconsci o inespressi (o semplicemente repressi) di qualsiasi controllore della metropolitana, in attesa solamente di quella scarica di adrenalina che non li farà più tornare indietro.