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IO TI SALVERO' regia di Alfred Hitchcock

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Dom Cobb     7½ / 10  14/07/2018 01:01:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
In una clinica giunge l'atteso nuovo direttore, il dottor Edwards; ma il suo bizzarro comportamento e alcune discrepanze seminano dei dubbi su di lui, finché non si scopre che il vero dottor Edwards è stato assassinato e che l'uomo che ne porta il nome è un impostore. Una delle infermiere della clinica, segretamente innamoratasi del misterioso uomo, è convinta della sua innocenza e cerca di aiutarlo a scagionarsi...
Nella vasta e quasi sterminata galleria della cinematografia Hitchcockiana esistono dei titoli sconosciuti ai più, che hanno sentito solo parlare di quelli maggiormente presi in considerazione dalla critica, soprattutto quando si tratta di prodotti che precedono quelli che molti considerano il periodo d'oro del regista, ossia gli anni '50 e '60. "Spellbound" (di nuovo, traduzione italiana del titolo molto discutibile) è uno dei molti titoli secondari, ma finora l'unico che si distingue dal marasma generale di decenza elevandosi su un piano leggermente più alto, per lo più grazie ad alcune affascinanti idee narrative e visive.
Bisogna chiarire fin da subito che non ci troviamo di fronte a un capolavoro, ma semplicemente a un prodotto dignitoso con qualche elemento che si fa ricordare in maniera particolare: la tensione che ci si aspetterebbe da un uomo definito come il maestro della suspense latita e il coinvolgimento emotivo nei confronti dei personaggi è alquanto marginale, sebbene nessuno dei due protagonisti risulti antipatico. I toni un po' da soap opera nella prima parte possono rendere la visione un po' pesante nei primi venti minuti e alcuni passaggi della trama sono affrontati in maniera alquanto sbrigativa perdendo parte della loro efficacia.


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Però il ritmo decolla non appena entra in scena l'aspetto thriller, che dona alla vicenda una certa urgenza, e le idee alla base dell'intreccio, che si basano tutte sull'amnesia del pover'uomo e sull'approccio psicologico che ne deriva, è davvero intrigante considerato che fino a quel momento non si trattava ancora di una strada battuta. E da questo punto di vista è lodevole il modo in cui il rapporto fra i due protagonisti si riveli privo di sentimentalismi smielati ma appaia molto naturale, merito questo delle interpretazioni di entrambe le star: Ingrid Bergman e Gregory Peck non sono la coppia perfetta, ma sono comunque abbastanza affiatati da risultare credibili nei loro ruoli e simpatici presi a sé, e vengono attorniati da una folta schiera di caratteristi che li spalleggiano senza strafare.
Memorabili sono inoltre alcuni degli escamotage visivi che Hitchcock riesce ad inserire nel corso della storia,


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ben sottolineate dall'utilizzo del bianco e nero e dalla seducente colonna sonora di Miklòs Ròsza, che a quanto pare il regista non gradì affatto.
"Spellbound" non è un pilastro del suo genere, né una prova di talento mozzafiato; non sconvolge né contribuisce ad evolvere o scuotere in qualche modo gli stilemi del genere di cui fa parte. Ma funziona a dovere, e garantisce del sano intrattenimento con un po' di stile, il che non è una garanzia. Resta comunque il fatto che finora non ho ancora visto un film di Hitchcock che ho adorato, o che consideri grande, anche se rimango speranzoso per il futuro.