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IL SOSPETTO (1941) regia di Alfred Hitchcock

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amterme63     6½ / 10  11/11/2008 21:03:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Sospetto" è uno dei film di Hitchcock che più risente del peso degli anni. E' molto legato alle convenzioni e alle mode degli anni 40 per quanto riguarda l'ambiente in cui si svolge la storia e i personaggi coinvolti. Si riscatta solo grazie alla perfezione tecnica delle immagini, ai tocchi di ironia e umorismo e al particolare clima emotivo che la dinamica della storia riesce a creare.
Viene ripreso un po' lo schema con cui venne concepito "Rebecca, la prima moglie": si fa svolgere in Inghilterra una storia con personaggi e ambienti superficialmente inglesi, ma che riflettono le convenzioni e gli stereotipi dell'immaginazione collettiva americana. All'epoca il cinema drammatico di Hollywood era diviso fra due poli: da una parte la società bassa, dove si svolgevano più che altro film d'azione, di fuorilegge o torbidi noir; dall'altra, l'alta società estremamente raffinata ed elegante, molto idealizzata, presa come modello sociale e valvola di sfogo per i sogni di chi non navigava nell'oro. "Sospetto", quindi, si svolge nella ricca società perbene, la cui eroina in genere spicca per bellezza, eleganza, purezza di sentimenti ma anche per un misto di ingenuità e voglie represse. Si tratta di personaggi che allora dovevano ispirare molta simpatia, voglia di identificazione, ma che oggi appaiono scialbi, falsi, quasi ridicoli. Joan Fontaine è "brava" nel rappresentare questa virtuosa affascinante mediocrità in tutti i suoi difetti.
Il peggio che poteva capitare ad una persona di quest'ambiente era legarsi a uno scialacquatore, uno che non tenesse in buon conto i principi cardini dell'etica americana: lavoro, risparmio, serietà. Questo è il dubbio che attanaglia Lina, la protagonista del film, come pure l'americano medio spettatore dell'epoca. La vicenda è costruita ad arte per vivere al meglio le voglie represse e i timori della virtuosa Lina. Qui Hitchcock crea, come al solito, il meccanismo intrigante delle apparenze e delle mezze verità con la solita spiegazione finale che mette a posto tutto (lasciando sempre però un briciolo di amara inquietudine). Un grosso contributo a creare l'atmosfera lo danno le inquadrature tutte studiate ad arte. Ad esempio, nella casa della coppia si staglia continuamente un'ombra che ricorda una gigantesca ragnatela. Le paure e i dubbi di Lina vengono materializzati con ombre o luci, come quella famosa che illumina il bicchiere di latte (avvelenato?) che suo marito le porta, salendo delle scale buie. Per il resto le scenografie di cartone, il gusto estetico degli ambienti e gli altri personaggi abbassano il film alla mediocrità. C'è però l'eccezione del personaggio "very british" di Beaky, l'unica figura che porta una ventata di vivacità e ironia e che ricorda i personaggi molto più vivaci e interessanti dei film inglesi del Maestro.