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IL GRANDE SOGNO regia di Michele Placido

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matteoscarface     7½ / 10  12/09/2009 13:41:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
NOn condivido la durezza dei commenti precedenti, penso anzi che sia una gradita sorpresa, perchè avendo letto i nomi del cast e una storia sul '68 temevo venisse fuori un film tv mal recitato, patinato e retorico. Invece Placido, grazie alla componente autobiografica (il personaggio di Scamarcio è Placido, che fu poliziotto ventenne appassionato di teatro nel 1968 ) riesce ad essere fortemente sincero e coerente. Non credo pecchi di ingenuità, perchè non va visto con gli occhi della situazione odierna, in più c'è da dire che non è affatto tenero verso i ragazzi che a volte si lasciarono andare contro tutto e tutti indiscriminatamente (vedi il rapporto con la famiglia che predica null'altro che il valore dell'onestà nel rapporto genitori-figli e l'insegnante di recitazione). La regia è forte e sicura, la migliore del regista-attore pugliese, e incredibile ma vero anche Scamarcio riesce a essere all'altezza del personaggio migliore. Non è patetico, anzi è fortemente sentito. Non il solito film sul '68, è un film da cinema. Bellissima la sequenza finale che va oltre il contesto generale per immettersi nella tragedia personale. Apparizioni per Silvio Orlando, Laura Morante, Anna Teresa Rossini, Tatti Sanguinetti e l'amico mio Marco Trebian
strange_river  12/09/2009 17:58:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Capisco che vuoi dire, e con tutto il rispetto per il desiderio di Placido di raccontare la sua storia personale, personalmente credo che un punto di vista più ristretto o anche parziale, ma approfondito, avrebbe giovato enormemente al film.
Sostanzialmente quello che non viene digerito è l'estremo schematismo delle situazioni e la pretesa di raccontare tutto, finendo, a parer mio, per non trasmettere un bel niente.
Che poi far rivivere lo spirito di quei tempi sia impresa difficile (e ambiziosa) è scontato: se è per quello ci riescono mille volte meglio i documenti dell'epoca, le interviste, perfino le semplici foto dei volti.
Di qui un senso di estraneità totale, anche se come dici tu, cinematograficamente parlando, come prodotto in sè, può essere decente, ma troppo troppo superficiale per poter soddisfare.
Naturalmente anche questo è un punto di vista soggettivo, che poi nasce dal proprio vissuto, ma si fa per discutere..

Però aggiungo che...

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matteoscarface  12/09/2009 18:55:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
entrando al cinematografo per vedere questa pellicola la prima cosa che ho pensato è stata "Oh no sto andando a vedere un altro film sul '68". Uscendo dal cinematografo invece ho pensato che Placido avesse usato il '68 solo come sfondo.
Sono d'accordissimo infatti sul dire che un film incentrato sul '68 sarebbe stato un passo difficile e alla lunga noioso se non avesse messo l'accento sulle questioni individuali, ovvero se non si fosse soffermato a raccontare le storie di una famiglia e di un poliziotto attore per concentrarsi sul movimento.
A mio parere il merito sta proprio in questo, averci raccontato le vicende personali di alcuni ragazzi/e di quegli anni, il tutto infatti sta nella scena finale quando diventa un dramma famigliare, non è un caso per me che le scene più deboli siano proprio quelle della contestazione e l'accenno, per fortuna solo accenno, al Che e a Martin Luther King, si fosse concentrato su queste cose grandi sarebbe stato brutto. Anzi ho trovato molto molto saggio e maturo dipingere la famiglia media borghese come una famiglia dai valori totalmente normali e non come i soliti mostri reazionari e bigotti, perchè questa penso (non c'ero nel 68) fosse la realtà, ovvero famiglie normali, come oggi forse. per esempio quando la madre rimprovera la figlia a tavola è perchè le ha mentito e non per la partecipazione alla manifestazione in sè, il padre non ha simpatia per la rivolta ma è stato sotto le bombe, i figli invece no

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matteoscarface  12/09/2009 19:17:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
scusa, rileggendomi mi accorgo di essermi espresso male, non che non ci fossero famiglie bigotte soggiogate a dogmi cattolici e pensieri perbenisti, anzi, in italia forse di più che negli altri paesi, come oggi d'altronde, e il 68 ci ha aiutato a uscire in parte da questo modo di pensare, volevo dire che sarebbe stato troppo facile scatenare un'invettiva contro la famiglia borghese e dipingerla come gente da cui bisogna scappare, ecco, invece è stato interessante rappresentarla in modo diverso creando anche così dei contrasti tragici
mrPink85  27/09/2009 18:45:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
io dico che di queste inutili opere "culturali" ne possiamo fare a meno...sono film che esprimono concetti già visti milione di volte e hanno stufato! c'è sempre la componente intellettual-sinistroide che sti registi da 2 lire continuano a riproporre fino allo sfinimento.
La cosa che più mi spinge a non accettare assolutamente questo tipo di film, è il fatto che vengano prodotti grazie ai fondi statali per la cultura (soldi dati col nostro onesto e immensamente sacro lavoro)...io sostengo che se quei soldi sono destinati a diffondere cultura, è uno scandalo il fatto che vadano bruciati per film come questi!!! QUESTA NON è CULTURA, QUESTO è UN FILM DI PROPAGANDA DELLE IDEE DEL REGISTA di cui a me non me ne frega un beneamato c...o!!!!
matteoscarface  28/09/2009 12:53:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
mi sembra che sia stato prodotto solo con i soldi della medusa, ma non ne sono sicuro, potrei sbagliarmi. Il cinema in Italia dovrebbe usufruire di nuove leggi come in Francia, ovvero l'autotassazione che sta a significare soldi che arrivano direttamente dai biglietti staccati e dalla vendita di dvd, diritti eccetera e la famosa tax shelter ovverosia la possibilità da parte di privati di investire nel cinema soldi che verranno poi scalati dalle tasse, così si avrebbe tutto l'interesse a produrre. Il tutto si potrebbe fare normalmente e con serenità senza minacce e proclami politici, ne gioverebbe un settore che conta 250mila dipendenti e che si allarga a tanti altri settori e ne gioverebbe lo stato italiano stesso. Il giorno che il cinema verrà considerato come un'industria che fa attivamente parte della nostra economia e che produce lavoro e quindi soldi e quindi benessere tante cose miglioreranno. Ma credo che pochi ne abbiano l'interesse, i governi tantomeno. Andremo avanti nella solita bolgia purtroppo. Io sono il primo a dire che il cinema dovrebbe staccarsi da questi gangli. Alcuni artisti e professionisti del settore lo chiedono da anni ma rimangono inascoltati. Poi se uno vuole fare un film politico per sua scelta è bene che lo faccia per la libertà di pensiero, ci mancherebbe. Per quanto riguarda questo film di Placido io l'ho giudicato per il suo valore cinematografico, e non perchè io sia di questa o quest'altra parte politica, figurati, io vorrei vedere film nuovi, freschi, originali, come tutti penso.
matteoscarface  28/09/2009 12:57:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ah dimenticavo, i finanziamenti statali io li devolverei ai registi emergenti, alle opere prime, alle opere artistiche difficili da produrre per un privato, ai giovani, a tutti quelli che presentano originalità, magari anche a quelle opere d'arte che non puntano a fare soldi ma sono belle perchè parlano di arte. Una volta in commissione c'erano intellettuali come Moravia, ora ci sono persone mandate direttamente dai partiti, dipendendo dalla politica è normale che in italia questo settore sia gravemente ammalato
mrPink85  29/09/2009 14:38:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
sinceramente ti dico che neanche io sono sicuro che il film sia stato prodotto grazie ai fondi statali...ma dall'intervista a placido, si è sicuramente sentita una sua lamentela sul fatto che o non ha ricevuto i soldi che voleva, o non gli sono stati propio dati.
un film che sono sicuro sia stato prodotto grazie ai fondi statali è ad esempio "diverso da chi?"...altra pellicola con una non tanto nascosta propaganda politica
mrPink85  29/09/2009 14:45:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
comunque sono d'accordo sul promuovere registi emergenti...questo si! basta che non siano a loro volta promossi grazie a personaggi e fini politici
matteoscarface  29/09/2009 15:08:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
soprattutto dovrebbero dimostrare di meritarselo
matteoscarface  29/09/2009 15:10:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
anche se io sono sempre convinto del fatto che questo paese pulluli di possibili artisti che non usciranno mai dal guscio per via del sistema a caste