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IL CLUB DEI 39 regia di Alfred Hitchcock

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Marco Iafrate     8 / 10  18/02/2008 18:56:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
I capolavori di Hitchcock risalgono prevalentemente nel periodo nel quale il grande regista inglese ha lavorato negli Stati Uniti, intorno agli anni '50, è in quel periodo che dà alla luce lavori del calibro di "La finestra sul cortile", "Caccia all'uomo", "L'uomo che sapeva troppo", "Vertigo", "Gli uccelli", "Psyco" ecc. è qui che si costruisce la tessitura di matrice Hitchcockiana con, da una parte il palese, l'esibito attraverso i fatti, dall'altro l'occulto, i falsi ingressi che trasformano una situazione apparentemente normale e familiare, in qualcosa di inquietante e destabilizzante; l'orchestrazione della suspense all'interno della struttura del film è quanto di meglio è riuscito a fare un regista nel fascinoso genere thriller, l'appellativo di "maestro" non gli è stato dato per caso.
Nel periodo precedente a questo (o ancora meglio prima degli anni '40) quello definito "periodo inglese" il regista ha comunque "sfornato" opere di indiscusso valore, tra le quali "L'uomo che sapeva troppo" e questo "Il club dei 39" dove, alla suspense, Hitchcock riesce a coniugare anche una giusta dose di sottile humor che insieme alla struttura "a inseguimento" crea un connubio delizioso ed altamente godibile. E' incredibile come una pellicola risalente a più di 70 anni fa riesca ancora ad essere così coinvolgente; l'azione e la suspense si mescolano con la classe, l'ironia, l'educazione; non ricordo un altro film di spionaggio dove i personaggi principali in un contesto del genere riescano a darsi del voi.
Il susseguirsi degli avvenimenti creano una tensione piacevolmente sottile; brillante il cast, soprattutto si nota nella mimica la provenienza degli attori dal cinema muto, o almeno la sua influenza, regia e sceneggiatura pressochè perfetta; anche qui è confermata la tradizione del regista di comparire, anche per pochi secondi, sullo schermo, non sono mai riuscito a capire con esattezza i motivi di questa scelta, una firma d'autore?, una superstizione?, un capriccio o semplicemente una recondita esigenza di protagonismo? Beh, qualunque sia la motivazione va ammirata la singolarità della cosa, anche in questo è stato maestro.
Invia una mail all'autore del commento wega  18/06/2008 18:59:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sicuramente ti dirò una cosa che saprai già: all'inizio lo faceva per mancanza di comparse, poi come firma, ma credo un pò tutte le motivazioni che hai citato alla fin fine. Sì lui era decisamente egocentrico e superstizioso. Ciao.
Marco Iafrate  18/06/2008 21:49:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Beh, questa della mancanza di comparse ti giuro che non la sapevo, troppo forte!
Invia una mail all'autore del commento wega  19/06/2008 13:23:41Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grande, allora sono stato utile un pò. Ciao.