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LA DOLCE VITA regia di Federico Fellini

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olikarin     8 / 10  18/06/2017 14:13:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Tutto fuorché dolce è la vita rappresentata in questa pellicola: quasi una negazione del titolo, potremmo dire. Fellini, quasi paradossalmente, rappresenta con una regia tanto sofisticata e raffinata, la quotidianità della classe borghese negli anni Cinquanta/Sessanta, dando una rappresentazione magica di Roma, con scene memorabili, come quella della Ekberg nella Fontana di Trevi..

ll regista smaschera il falso perbenismo della classe borghese, mettendone in evidenza l'ipocrisia e ciò che realmente si cela al di là di un'impeccabile facciata colma di eticità.

Marcello, interpretato da un ottimo Mastroianni, è un personaggio che cerca di inserirsi sempre più in questo mondo. Non c'è una vera e propria trama, ma una sequenza di episodi, (alcuni molto coinvolgenti altri più lenti), in cui la vera evoluzione, il vero snodo narrativo è costituito dal cambiamento del protagonista. Figura che, man mano che la vicenda si svolge, mostra in maniera sempre più efficace il vuoto che lo riempie nonché un'assenza di valori che cerca di colmare dedicandosi ai vizi e alle nottate mondane. Marcello sceglie di non seguire la via del riscatto, rigetta il cambiamento, la possibilità di una vita piena e non fatta di apparenza offertagli metaforicamente da Paola, interpretata da una dolcissima Valeria Ciangottini.

Fellini colpisce in maniera aspra e pungente questo mondo, e particolarmente interessante è il dialogo tra Marcello e il suo amico Steiner, molto sofferto; Steiner disse: «Qualche volta la notte, questa oscurità, questo silenzio mi pesano. È la pace che mi fa paura, temo la pace più di ogni altra cosa», quasi un'eccezione in quell'ambiente, come se non riuscisse davvero a farne parte. Personaggio, interpretato da Alain Cuny, contrassegnato da forte umanità, sensibilità specie in quelle tenerissime inquadrature coi suoi figli. Riesce a cogliere in maniera sottile un grande valore, dimostrando che a riempire l'esistenza non sono solo feste, luci e ribalta.

Finale che inizialmente spiazza, lasciando allo spettatore diversi dubbi ma, a freddo, dopo la visione, colpisce, assale, ferisce, tanto è crudo. Quasi svuota, stimolando forti riflessioni. Ricco di metafore, simbolico, riesce a entrare nelle ossa, a sconvolgere, e lo fa in maniera paradossale, con inquadrature estremamente chic e delicate, che apparentemente suggeriscono tutt'altro, con lo sfondo del mare che incornicia dei volti memorabili, che lasciano il segno ..