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LA TERRA TREMA regia di Luchino Visconti

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ZanoDenis     7½ / 10  03/06/2015 20:45:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Purtroppo è un film che sa di occasione sprecata, sprecatissima, per tanti motivi, perché insomma, ispirandosi (molto vagamente) ai Malavoglia di Verga c'era un soggetto da urlo. Il film i lati positivi li ha, e proprio in quei lati positivi risplende: partiamo dalle immagini, che qui raggiungono una bellezza formale unica, stupende le scenografie del paese di Acitrezza, la stessa fotografia che rende in maniera perfetta, e anche la regia di Visconti, forse in uno dei suoi vertici tecnici, perché qui oltre ad un buonissimo uso del pianosequenza, c'è anche uno straordinario uso della profondità di campo, più più utile che mai per rendere chiare le immagini e risaltare i particolari della società in cui siamo immersi. Insomma a livello visivo, siamo agli apici, Visconti sotto questo punto di vista svolge un lavoro che ottimo è dir poco.
La sceneggiatura funziona, ed è anche ottima, riprende i temi verghiani, come il concetto dell'ostrica, anticipa alcuni dei temi che saranno del cinema pasoliniano (guardare Mamma Roma, che con questo film è pieno di analogie) come il fallimento di coloro che proveranno ad allontanarsi dal loro destino, ad evolversi socialmente e economicamente, e in questo senso la storia di NToni e della sua famiglia, riesce a rendere perfettamente in concetto. Se il tutto dipendesse solo da questi fattori, il voto sarebbe almeno un 9, perché si, sotto quel punto di vista è straordinario e non si può puntualizzare niente. Purtroppo ci sono anche delle scelte sbagliate di Visconti che rovinano un potenziale capolavoro : la narrazione devo dire che purtroppo è pessima, aimè troppo distaccata, non c'è uso di soggettive, vi è un abuso del narratore esterno, il tutto è visto da un punto di vista distaccatissimo rispetto ai personaggi, inoltre l'uso del dialetto da parte di attori non professonisti non aiuta la comprensione (io sono nato e cresciuto in sicilia, a meno di 100km da quel paesino, e fidatevi, si capisce ben poco anche sapendo il dialetto) tra le urla e il sonoro del film che non è il massimo (mi sembra anche normale per un film di quasi 70 anni fa) si crea molta confusione e si perdono molti passaggi, il tutto è rattato in maniera troppo realista, il che non fa affezionare, non crea pathos ne interesse nella vicenda, tutti i valori cinematografici per intrattenere un minimo sono spenti, e anche se gli attori nei loro ruoli ci stanno (ovvio, facevano veramente quel mestiere) purtroppo la scarsa dialettica di essi non aiuta la comprensione. Questo appesantisce parecchio la visione. Certo, rimane un filmone per via delle immagini e degli ideali che trasmette, c'è anche una frase molto significativa "All'ingiustizia ci si fa l'abitudine", ma sa veramente di occasione sprecata, per Visconti che da un lato fa un lavoro perfetto, da un altro lato pecca clamorosamente. Peccato.
Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki  04/06/2015 00:19:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
è un film-manifesto e come spesso accade è inflazionato dagli sperimentalismi degli autori, 'Fino all'ultimo respiro' prende alla lettera il decalogo della Nouvelle Vague, ne rappresenta il vessillo ma difficilmente lo si può considerare il miglior prodotto partorito dal movimento, idem per il neorealismo personalmente anteporrò sempre ai miei gusti personali De Sica e Rossellini (di quel movimento) ma Visconti ne ha fatto il manifesto, prendendo alla lettera le norme del movimento, aggiornando e plasmando il testo dei Malavoglia con la lotta marxista della quale si è sempre trovato a sposare. Non era negli intenti farne una trasposizione fedele, c'è improvvisazione, trasuda realismo perchè non c'è recitazione, di artistico resta poco, ideologicamente è quello che si è avvicinato di più ai propositi del movimento.



ZanoDenis  04/06/2015 00:40:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Per quanto riguarda la fedeltà al romanzo, c'è o non c'è non mi cambia molto, é giusto che l'autore si prenda le sue libertà, difatti le ideologie che propone le ho trovate ottime, anche il contrasto tra la vecchia generazione (come il nonno) ormai rassegnata, e la nuova che pretende cambiamento (ntoni).
Purtroppo come hai detto tu rimane ben poco di artistico, e molto di realista, lo stile é molto simile al documentario e purtroppo lo spettatore tende ad annoiarsi per il poco coinvolgimento.
Però gli attori si vede proprio che non sono professionisti, hanno una dialettica penosa, voglio dire, prendi un Totò, o lo stesso Alberto Sordi, riuscivano perfettamente a recitare nei loro dialetti, ma allo stesso tempo rendevano tutto comprensibile, qui ci sono scene in cui si sentono solo urla, e anche poco scandite, e lo dico io che sono siciliano, parlo correntemente quella lingua, ma qui per svariati motivi si capisce ben poco.
La cosa migliore del film rimangono comunque le immagini stupende, difatti lo ritengo comunque un gran film.
Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki  04/06/2015 01:04:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sono quei prodotti che nascono sotto un movimento e lo prendono alla lettera, film che si sacrificano alla sperimentazione, uno sfogo autoriale o un vessillo che faccia da punto di riferimento per gli aderenti e che in sé racchiuda i principi in maniera rigida e severa, preciso solo che non riesco a considerarla un ''occasione persa'' come sottolinei tu nel commento ma un'opera anti-filmica che andava per forza di cose fatta, non per il pubblico ma per gli aderenti stessi, un orientamento.
Lo stesso 'Idioti' di Lars Von Trier per il dogma, manifesto di un movimento che ha fatto decisamente di meglio e che probabilmente come per il caso di 'La terra trema' non riguarderei mai più in futuro.
scantia  04/06/2015 03:27:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
In realtà il Neorealismo non è mi stato considerato movimento in senso così rigido, di fatto non esiste alcun manifesto programmatico (tipo nouvelle vogue o dogma) gli autori si muovevano nella più totale libertà, accomunati sicuramente da un'estetica di base ma profondamente diversi gli uni dagli altri, inconsapevoli soprattutto di appartenere ad una scuola o ad una corrente artistica.
Se ci mettessimo a catalogare gli elementi che rendono La Terra Trema il manifesto del neorealismo, un film come Miracolo a Milano sembrerebbe appartenere ad un altro mondo rispetto a questo.
ZanoDenis  04/06/2015 01:27:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Beh si, capisco cosa vuoi intendere, il mio "occasione persa" é stata piú che altro una sensazione durante il film, che vuole intendere piú che altro "non sfruttamento, o sfruttamento solo parziale, delle stupende immagini", perché credo che entrambi siamo d'accordo che con una narrazione piú consona, ne sarebbe uscito un capolavoro. Però capisco che comunque per il movimento e per il cinema in generale, questo film abbia un valore storico enorme, bisogna riconoscerlo.