caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

IL MONELLO regia di Charles Chaplin

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
ilSimo81     9 / 10  30/04/2011 11:04:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"A picture with a smile - and, perhaps, a tear".
Un film con un sorriso - e, forse, una lacrima.
Sono le parole che aprono "Il monello", poesia di struggente tenerezza.

La premessa può essere soltanto intuita: a quanto è dato di capire, in occasione di un incontro d'amore, una donna è rimasta incinta di un uomo che poi l'ha lasciata sola con la sua gravidanza. Il racconto inizia all'uscita dell'ospedale, da cui la donna sta uscendo insieme al figlio nato da poco. Normalmente sarebbe un momento gioioso, ma sul suo viso si scorgono pesanti ombre: forse è il dramma di una donna sola, insicura ed abbandonata; forse sono i dubbi di una donna che deve scegliere tra una difficile maternità e le aspirazioni di una carriera. Da questo dramma interiore scaturirà la tragica scelta di abbandonare il bambino. Per una serie di circostanze, il piccolo finisce tra le braccia del vagabondo Charlot, che dapprima prova a disfarsene, ma poi si arrende al destino che sembra aver scelto proprio lui come padre adottivo del piccolo.

La bellezza del film sta tutta nel rapporto che si sviluppa tra Charlot e il bambino. E' la storia di un vagabondo che, nonostante riesca a malapena a provvedere alle proprie necessità, trova l'amore e l'ingegno per riuscire a crescere un bambino appena nato. E' la storia di un uomo povero e solo che impara ad amare una creatura come lui povera e sola, che gli è stata messa tra le braccia non da una donna amata, ma da un bizzarro destino. Un destino che negli anni si rivela ironico, beffardo, dolceamaro: i genitori naturali del bambino negli anni sono diventati "una star di grande fama" ed "un pittore di grande fama", eppure, ritrovatisi in occasione di un incontro mondano, condividono un triste ed incolmabile vuoto. Il bambino invece, pur vivendo di espedienti e povertà, è sereno e felice, perchè nel rapporto con Charlot dà e riceve tutto l'amore che basta per vivere.
Questo contrasto non deve stupire: come si nota chiaramente in tutta la sua vita artistica, Chaplin è straordinario ed intelligente nel capire che la comicità e l'ironia giocano sempre sull'accostamento degli opposti. Il suo mondo è sempre in bilico tra dicotomie: sorriso e dramma, povertà e ricchezza, amore e abbandono. Se non fosse una necessità imposta dai tempi, si direbbe quasi che persino il bianco e nero sia una scelta stilistica dello stesso Chaplin, maestro di espressività, che egregiamente sapeva fare a meno della parola e del colore come nessun altro, ieri e oggi.
La colonna portante della storia è ancora una volta quello che forse è il tema più caro a Chaplin: la vita è fatta di ricchezza e povertà, ma solo l'amore colma tutte le distanze perchè solo l'amore è vera ricchezza.

Inutile soffermarsi su dettagli tecnici di un film muto del 1921, quando i mezzi erano quelli che erano. Peccato solo che il finale sembri un po' affrettato, ma nulla toglie alla genialità, alla potenza espressiva e alla bellezza di questo capolavoro (uno dei più) dell'unico ed inarrivabile Charlie Chaplin.