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WITNESS - IL TESTIMONE regia di Peter Weir

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elio91     7½ / 10  18/05/2013 10:22:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Addirittura otto nomination agli oscar! Parliamo di una pellicola intelligente che Weir ha saputo costruire alla grande: una fusione tra cinema d'intrattenimento e autoriale con lo stile bizzarro che contraddistingue il regista australiano.
La sensazione, che credo giusta, è che Weir in Witness abbia voluto solo parlare dell'incontro/scontro tra due culture agli antipodi, che insomma la trama da thriller sia solo un pretesto necessario per far si che questo impatto accadesse. Un bel film mai noioso, a tratti ingenuo ma solo sporadicamente mentre per tutto il resto non soffre di alcun cedimento nella trama, dall'ottimo ritmo, o nella psicologia dei personaggi.

Da una parte c'è la polizia e Harrison Ford, persone che sparano per uccidere o per interessi propri (i corrotti) o per difendere la legge; dall'altra gli amish che sono fuori da quel mondo e non ne riconoscono le leggi, appunto, che aborrono le armi da fuoco come strumenti di morte.
In effetti ciò che porta allo sconvolgimento iniziale della trama non è lo spostamento di una vedova con bambino che per forza di cose deve fare i conti con un mondo che le è estraneo, bensì un omicidio visto per puro caso dal bambino. Una volta attivato il meccanismo, appena ci si rende conto che lo stesso poliziotto John Book è in pericolo "nel suo stesso mondo", allora per forza di cose deve concedersi l'evasione nell'altra cultura, quella amish.
Lo vediamo realizzarsi per gran parte della durata del film, questo sogno, la prospettiva che John possa essere tra gli amish senza esserlo, possa vivere una storia d'amore con Rachel nonostante i divieti della comunità che non può vedere di buon occhio una relazione con un estraneo, ben accolto certo, ma pur sempre un estraneo (e Weir con accorgimenti evidenti ci fa notare in continuazione quando Harrison Ford sia del tutto fuori posto nel mondo amish, anche se adatta il suo spirito a "costruire" qualcosa e ci riesce con l'aiuto della comunità).
Weir mostra la comunità amish con uno sguardo divertito, non la esalta ma sembra chiaro che ne loda alcuni lati e la sequenza della "costruzione" è emblematica ed idilliaca fino all'esagerazione.
Cosi arriva il finale palpitante, puro stile thriller, e la faccenda giunge ad un climax violento. Questa violenza si risolve quasi in una bolla di sapone, perfino il villain si rende conto di aver compiuto della atrocità e per cosa? Questo suo esame di coscienza tardivo ripristina gli equilibri, John Book ora è tornato dall'altra parte del mondo, Rachel resta lì.
Il finale in tal senso è cordialmente amaro.