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TUTTO FINISCE ALL'ALBA regia di Max Ophüls

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Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki     7½ / 10  13/11/2014 17:03:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Di eleganza viscontiana già dagli albori, riscontrata anche nella brevissima parentesi all'interno dei nostri confini ne 'La signora di tutti', in questo melodramma Ophuls accenna i temi della carriera, che un decennio più tardi sia in America che in Francia sublimò in ritratti analitici e riflessivi sull'universo femminile, sull'aristocrazia decadente, mantenendosi saldo nei principi d'avanguardia pur non rimanendone troppo influenzato.
Come la Vienna di 'Lettera ad uno sconosciuto' Ophuls fa dei quartieri di Parigi dei vicoli tetri, cupi, rivestimento del suo tipico melodramma, la tragedia ophulsiana si muove nel noir luogo in cui il buio è rifugio per occultare la verità, salvaguardare le apparenze, ed è proprio per l'apparenza che si rovina la protagonista Eveline, donna dai sani principi finita per fame a lavorare in locali notturni, ma per salvare le apparenze da un vecchio amore si indebita irrimediabilmente, il suo è un vero e proprio all-in lungo 2 giorni, un sogno effimero consumato e pagato a caro prezzo.
Uno dei migliori ritratti femminili di Ophuls, prima la Miranda, ora la Feuillère, il suo processo di personificazione del vuoto femminile non mira a spremerle, ad attingere ogni goccia di sudore, Ophuls pretende loro di vocarsi nel clima di malinconia.