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STALKER regia di Andrei Tarkovskij

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dagon     8½ / 10  24/02/2015 20:39:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Stalker" è un film che va (letteralmente) affrontato, preparati, con lo spirito giusto, una buona dose di pazienza ed un thermos di caffè robusto. Come accade quasi sempre con Tarkowskij, siamo di fronte ad una pellicola estenuante, in alcuni momenti esasperante, eppure, al contempo, affascinantissima. Visivamente ipnotico, "Stalker" è un (assai) lento, allegorico, viaggio nei meandri della mente umana, delle emozioni e delle paure. I due protagonisti, lo "scrittore" e lo "scienziato," rappresentano due sfere (visioni della vita?) contrapposte, "emozione" e "ragione", almeno ad una prima grossolana categorizzazione, ma, in realtà, andando avanti, i contorni delle due aree e di tutto diventano (come nella realtà) molto più sfumati. Un film ad altissimo tasso di simbolismo in cui ogni parola, ogni inquadratura, ogni suono, è un elemento di un puzzle che diventa via via inestricabile (come il nostro inconscio... la zona?). Molte sono le chiavi di lettura possibili di questa pellicola, non ultima, appunto, quella psicoanalitica: il viaggio alla scoperta di noi stessi, preda di emozioni in conflitto perenne l'una contro l'altra, che si confondono, che condizionano ogni nostro passo, il desiderio di affrontare le nostre paure ed i nostri tabù più sepolti, ma anche il paralizzante terrore di vincerli davvero, di scoprire cosa c'è "oltre" e di venire a contatto con la nostra vera natura. Di sicuro è un film che offre una serie quasi infinita di spunti di riflessione di alto livello e porta davvero ad interrogarsi profondamente su sé stessi, probabilmente senza risposte. E' uno di quei film che ti rimangono dentro per molto tempo.
Ripeto: non si può negare che sia una visione parecchio faticosa, in alcuni momenti la lentezza è veramente sfibrante e respingente, ma, se ci si è riusciti a "connettere" con il film ed il suo linguaggio, ci si rende anche conto che quella sensazione fa parte di quello che il regista ha voluto trasmettere e far provare, in una sorta di percorso che lo spettatore deve fare in parallelo ai protagonisti. Alcuni momenti sono di pura poesia ed un ruolo fondamentale hanno, oltre alla fotografia, il sonoro e la musica.
Questo è, sia che l'opera piaccia sia che –comprensibilmente- non piaccia, un vero film d'autore, a differenza di tante patacche odierne elevate a "capolavori" semplicemente perchè presentano un nichilismo di maniera, qualche silenzio posticcio e qualche metafora esistenziale furba e scontata; un film di un autore che persegue integralmente la sua visione senza alcun compromesso o concessione allo spettatore.