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STALKER regia di Andrei Tarkovskij

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elio91     9½ / 10  11/08/2010 18:24:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Si sa che nel cinema esistono quegli esempi non proprio numerosissimi di film che si elevano al di sopra del proprio genere fino a diventare un'entità propria,ad avere un proprio linguaggio e un proprio senso non proprio riconosciuto da tutti. Stalker è uno di questi esempi.
è la seconda e ultima incursione nella fantascienza per il russo Tarkovskij dopo Solaris; Un progetto,quello di Stalker,che riesce a prendere vita grazie al successo ottenuto dal regista nonostante i continui dissidi con il regime russo e l'ostracismo che ne rovinò praticamente la carriera in patria per tutta la vita,non a caso cominciò l'esilio subito dopo Stalker.
E ancora una volta i punti di contatto con Solaris ci sono tutti: Tarkovskij prende la fantascienza ma ne dà una visione personale e intimista,rinuncia del tutto ad adottare un linguaggio accomodante ma al contrario carica anche Stalker di toni e temi pesanti e universali,con uno stile tutt'altro che cinematograficamente appetibile. Perlomeno a chi è abituato ad altro,questo suo ultimo film girato in madrepatria può sembrare il nulla travestito da cinema pieno di significato perché lunghissimo,indecifrabile (se uno non ci mette la testa è chiaro),soprattutto pesantissimo. E Tarkovskij lo sapeva e lo considerò un difetto non da poco nei suoi ultimi anni,dicendo di aver troppo caricato i suoi lavori.
Da qualunque lato si voglia vedere,dunque,non esiste nel cinema un film come Stalker per significato e regia perché naturalmente non esiste un altro Tarkovskij.

Allegorico,pieno di simbolismi e con un'atmosfera ipnotica e significativa,Stalker può diventare veramente un viaggio nell'animo più intimo dell'uomo,come difatti è. Cosa è il viaggio nella Zona,perciò,se non un esplorazione di sè stessi? A compierlo sono lo Stalker (l'accompagnatore),uno Scienziato e uno Scrittore.
Dal punto di vista dello svolgimento narrativo tradizionale il film non rispetta nessuna regola,la trama si può racchiudere in neanche due righe volendo. Ma è quello che succede durante che interessa lo spettatore. Lente carrellate,dettagli su cui la macchina da presa si fissa per minuti e minuti come acqua e altri elementi,dialoghi filosofici e profondi.
Tutto ha un suo senso,checchè ne dicano i detrattori,tutto è costruito in maniera che lo spettatore lo attribuisca (il senso) nella maniera più congeniale perché il risultato finale è tanto ermetico che sarebbe impossibile sviscerare ogni sua componente come Tarkovskij l'aveva esattamente pensata. Eppure,conoscendo anche supeficialmente il suo pensiero,si può tranquillamente dire che Stalker è un film spirituale e sullo spirito,sulla Fede e su Di0.
Cosa farebbe l'uomo se potesse realizzare il suo più grande desiderio,quello più intimo e nascosto? La risposta è che l'uomo non lo realizzerebbe,perché l'uomo senza desiderio è nulla,è spento. Ciò comporta che i tre protagonisti della vicenda non siano proprio quei protagonisti al quale affezionarsi pur avendo tutti e 3 le loro caratteristiche e prerogative. Sono Uomini,spaventati da loro stessi e da ciò che vogliono,sono contraddittori come solo gli uomini possono essere. Il viaggio si risolve in un viaggio a vuoto,quindi. Ma non per Tarkovskij che per l'ennesima volta riesce,con una sequenza apparentemente slegata da tutto il resto,a rifondere nuova linfa in tutto ciò che si è visto. Conoscendo appunto in maniera supericiale le sue interviste e cosa pensava, è probabile che nella sequenza finale la speranza del regista sia rivolta verso l'innocenza dell'adolescenza e la sua forza. Quindi la fine del viaggio apre nuovi scenari e possibilità.
Questa ovviamente è l'interpretazione di una persona che questo pezzo d'arte lo ha visto solo una volta,attentamente certo,ma ancora non basta. Si potrebbe rivederlo cento volte e trovarvi significati nascosti e nuove emozioni ogni volta.
E bisogna aspettarsi che possa venir dileggiato,perché in realtà Stalker riesce a far paura per quello che rappresenta e per come lo rappresenta,in maniera diretta e senza pudore di nascondere la vera essenza dell'uomo secondo Tarkovskij.

Personalmente ho preferito Solaris,più diretto e funereo,più pessimistico anche nella sua totalità mentre forse Stalker riesce ad avere dentro la speranza,cosa che a Solaris mancava. Ma siamo su livelli tanto alti che le preferenze si annullano al confronto di tale livello artistico.
Invia una mail all'autore del commento Steppenwolf  28/08/2010 15:27:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grande commento. Mi pare che lessi che la Zona per Tarkovskij - che odiava sentirsi dire che i suoi film avevano simbolismi - rappresentava la Vita. Ad ogni modo è uno dei film migliori del maestro russo e secondo me al contario di Solaris presenta un ottimismo finale che in quest'ultimo non si può certo ritrovare.
elio91  28/08/2010 20:15:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie XD
è vero,rispetto a Solaris c'è un finale meno terribile ma non per questo meno maestoso. Quello di Solaris mi aveva sconvolto,ci rimasi tanto di sasso che ci pensai per ore e ore.
Invia una mail all'autore del commento Steppenwolf  29/08/2010 10:29:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
A me il finale di Solaris sembrava molto pessimista, è come se l'Uomo fosse destinato a restare intrappolato nelle sue illusioni, che non sono altro che una proiezione dell'Oceano infinito, di una realtà superiore. Noi, il nostro mondo, siamo solo un tassello di tutto ciò, probabilmente perfino inesistenti come esseri reali.
Stalker ha un finale molto più positivo e speranzoso, quasi memore di quello di Andrej Rublev. Davvero eccezionali come film.
Non saprei scegliere.
elio91  29/08/2010 11:35:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Personalmente scelgo quello di Solaris perché ti fa rivalutare tutto un film che già ti aveva ipnotizzato ed estasiato ma soprattutto perché è una mazzata che ti da sensazioni diverse tra loro. Vedere la camera che si alza e che poi inquadra l'oceano è stato qualcosa di inesplicabile per me,comunque potente.
Ravviso un solo grande difetto nelle opere di Tarkovskij,difetto che anche lui a fine vita considerava tale: i suoi film sono troppo carichi e pesanti ed è verissimo. Se a volte può fare bene altre proprio no e inevitabilmente diminuiscono il valore dell'opera (sempre secondo un gusto soggettivo,si intende). Ma ha fatto opere d'arte,questo è indiscutibile.
Invia una mail all'autore del commento Steppenwolf  29/08/2010 22:28:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non ti do certo torto, anzi è fuori discussione che i film di Tarkovski sono delle bidonate, dei mattoni in quanto a lunghezza e a lentezza narrativa. E' per cinefili(e cultori del cinema)o per masochisti e vista la mia competenza cinematografica limitata forse sarei più per la seconda! xD
In realtà i suoi capolavori esprimono concetti molto belli su tematiche fondamentali, universali direi, e lo fanno in maniera molto artistica(alcuni suoi film sono poi anche visivamente come dei quadri)e in questo Sokurov sicuramente ha preso molto dal maestro per quel poco che ho potuto constatare.
Tuttavia è innegabile che i suoi film siano pesanti, siamo a livelli distanti anni luce dal cinema molto più digeribile ed accessibile(ma non meno complesso, anzi!)di Kubrick.
Forse Solaris è il migliore, però credo che Andrej Rublev sia il più maestoso di quelli che ho visto... dovrei vedere lo Specchio.

elio91  29/08/2010 22:57:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Lo specchio merita tanto,mi pare che lui stesso se non qualcun'altro lo abbia definitio il suo Otto e mezzo. è di una nostalgia pesantissima (ma va?) però contiene scene colossali per bellezza.
Invia una mail all'autore del commento Steppenwolf  04/09/2010 11:53:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Prima o poi lo vedrò, anche se effettivamente sembra un film molto molto più pesante del solito.