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STALKER regia di Andrei Tarkovskij

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Invia una mail all'autore del commento Gualty     10 / 10  23/10/2009 19:33:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Una delle visioni più difficili, più ermeneutiche ed ermetiche. Ossessivamente lento, ma mai superfluo. Una discesa negli inferi, in cui non bisogna voltarsi indietro. Ma se la superficie è una prigione in cui i secondini sono le leggi infrangibili della natura, l'ottusità degli uomini, la noia e il senso di abbandono... allora La Zona si tinge dei colori del mistero, delle infinite possibilità. Non a caso le scene quotidiane, le zone civilizzate sono prive di colori, a differenza della natura verde e rigogliosa della Zona. Che, parole del regista, è la Vita. E bisogna essere deboli, flessibili, indifesi e umili per attraversarla senza farsi spezzare.

Il Desiderio è la colonna portante di questa opera. Il desiderio più profondo, che coincide con la nostra natura più segreta, che ride delle maschere e delle bandiere che un'uomo può portare. Come la storia del Porcospino vuole dirci.
Ed è buona cosa riuscire a capirlo, a capirsi, prima di implorare o di ricercarne la soddisfazione.

Il trio che si cala nell'impresa è portavoce delle tre risposte dell'uomo occidentale (di cui fa parte la russia pre (contadini cristiani) e post ( marxisti utopici e burocrati dittatori) rivoluzione) :
da una parte uno scrittore vissuto, disilluso, triste, privo di ispirazione perchè ormai ha viaggiato in tutte le acque navigabili, e nessuna isola deserta ha mai serbato alcun tesoro veramente nuovo o misterioso.
Sua controfigura uno scienziato, professore, l'uomo faber che cerca di imbrigliare la verità in postulati matematici e in macchine per far lavorare di meno l'uomo e concedergli la felicità dell'agiatezza. Anch'esso tuttavia pessimista nei confronti dell'umanità, egoista a proprio modo e spaventato da un mistero che possa distruggere il proprio paradigma.
Per ultimo lo Stalker, il pastore, da una parte un "umiliato e offeso" dannato e dall'altra un uomo di fede, che fugge il grigiore industriale alla ricerca di una terra promessa, dalla quale si sente però escluso.
Qualcuno di loro è nel giusto?

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Ma questa è la mia risposta.
Il film è così ben strutturato che porta lo spettatore a interrogarsi e dare una risposta propria, personale.
acompagn  24/10/2009 05:09:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
bellissimo commento, Gualty; l'immensità di quest'opera è che offre infinite risposte a chi vi si avvicina, e ognuna è un arricchimento per chi le legge. E' un universo, mi riesce difficile definirlo film, è troppo riduttivo, che ci accompagna per la vita, e ogni singolo giorno ci arricchisce di qualcosa di nuovo. A volte crediamo di possederne la chiave e pensiamo di averne afferrato tutti i significati, salvo poi renderci conto che tutto è diverso e ricominciare daccapo. Lo stalker afferma ad un certo punto, riferendosi alla Zona, "... le vecchie trappole scompaiono, ne appaiono di nuove. Posti prima sicuri, diventano impraticabili." Ho dato 10 a Stalker ma credo che non vi sia giudizio a quest'opera che considero patrimonio dell'umanità
Invia una mail all'autore del commento Gualty  24/10/2009 12:07:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie... era più di un anno che dovevo vederlo, su suggerimento di un amico che però non mi ha anticipato nulla del film, ma lo trovavo sempre in lingua originale, e purtroppo non conosco il russo.
Finalmente l'ho trovato in italiano, e nonostante i primi minuti abbia provato quasi malessere fisico nel guardarlo, poi è stato un piacere.

"le vecchie trappole scompaiono....ne appaiono di nuove...." ... nessun centro di gravità permanente.