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STALKER regia di Andrei Tarkovskij

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Guy Picciotto     10 / 10  01/03/2009 12:12:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Se ben ci pensiamo, la stanza dei desideri di Stalker altro non è che il mare cosciente di solaris, la zona oscura della coscienza.
Il percorso iniziatico che conduce alla zona oscura della coscienza non è sufficiente a far regredire lo scrittore e lo scienziato allo stato di innocente incoscienza, ecco il motivo dello sconforto dello stalker nelle ultime scene, quando torna a casa dalla moglie, adagiato sul letto, in preda allo sconforto crescente capisce che i due intellettuali non trovano il coraggio di compiere l'ultimo passo ed entrare nella stanza dei desideri poichè ormai sono troppo vanitosi, troppo pieni di se, troppo disillusi, non più uomini ma alienati, incapaci di provare a poter ancora sognare, perfino l'artista è incapace a mettersi nelle mani dell'irrazionale e del mistico, pare essere questo il messaggio di Tarkovsky a quanto pare, l'uomo ormai è un mostro di vanità e superbia completamente tumulato di reale diurno, di quotidiano relativista, l'uomo, zombi sociale incapace di abbandonarsi al sogno, è la coscienza il vero problema, la coscienza ormai fa schifo, poichè ormai si è trasmutata in quella civile, è come una vecchia scarpa da cestinare, la coscienz aimpegnata, demagogica, dialettica, la coscienza paraocchiata, settaria, ideologica, im*******ta ora e sempre nel ricreativo circolo servo-padrone social mondano del porcile umanoide,
Di contro, soltanto le persone semplici, come la ragazza, possiedono ancora la forza dell' irrazionale, ovvero la coscienza disinfomata , purificata nel fuoco della modificazione perpetua, inapplicabile, indisponibile, questo mi ricorda una celebre frase di Pasolini quando diceva che le sole persone che lui ancora aveva piacere a frequentare erano gli illetterati, coloro che erano ancora puri, coloro non indottrinati da quella catastrofe chiamata stampa, e coloro che non avevano avuto un istruzione scolastica di stato.
Se nemmeno l'artista ha una coscienza pura in questa società allora si che capiamo la tristezza irrimediabile del cavaliere stalker, sorta di virgilio dantesco dell'era post atomica, e si badi bene che avere una coscienza pura non vuol dire credersi o sentirsi superiore ad altri, l'alterità non è presa nemmeno in considerazione, vuol dire invece "superare se stesso", tramontare.
O forse lo stalker si è davvero inventato tutto, i pericoli, le trappole, i fantasmi e persino la fantomatica stanza, ed in realtà egli è asservito ad una forza oscura che si cela dietro queste fantomatiche promesse, ma questa ultima ipotesi stona col finale del film dove la ragazzina riesce a muovere col pensiero degli oggetti, desiderio esaurito grazie alla zona? restano tanti dubbi che affollano una delle opere più profonde, enigmatiche e geniali mai partorite da un regista. non fantascienza come qualcuno scrisse, ma fantacoscienza.