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STALKER regia di Andrei Tarkovskij

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Divino Stanley     8 / 10  25/05/2007 22:06:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E' il primo film di Tarkovskij che vedo e dunque non avrei le basi necessarie per interpretarlo e commentarlo. Da come la vedo io, questo non è altro se non una critica nascosta all'ateismo comunista che imperversava nella Russia in cui risiedeva il regista. Per me dunque lo Stalker va visto come un ecclesiastico, un sacerdote con la missione di condurre la popolazione alla beatitudine (allegoricamente simboleggiata dalla Camera dei Desideri). Il Mondo degli uomini, che Tarkovskij rappresenta quasi sempre in bianco e nero, è una allegoria del peccato e della dannazione mentre la Zona va vista come la redenzione e ogni suo trabocco coincide con i rischi di ricadere nel peccato. Invece i due viaggiatori, il Professore e lo Scrittore, sono gli atei del tempo che, nonostante si fossero avvicinati alla Fede (alias Camera dei Desideri) grazie all'azione del sacerdote (alias Stalker), fuggono impauriti e pusillanimi davanti alla porta della beatitudine. Infine il cane, sebbene possa sembrare blasfemo e offensivo, è per me una allegoria di Dio: si noti che si passa dal bianco e nero al colore in concomitanza dell'entrata nella Zona che abitata solo dal cane (alias Dio) e che dopo l'uscita dalla Zona il colore permane solo in presenza del cane.

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Questo è quello che ho visto in questo film ma molto probabilmente sono in errore e, dicendo le cose come stanno, non so nemmeno se Tarkovskji fosse credente o meno.
Il film, dal punto di vista stilistico, presenta un' ottima sceneggiatura e un' ottima fotografia ma pecca in certi momenti di eccessiva lentezza ed per questo non lo ritengo un capolavoro assoluto.