caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

LO SPECCHIO regia di Andrei Tarkovskij

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
gabor213     9½ / 10  08/01/2014 20:35:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Do un 9 1/2 perché il 10 mi sembra debba esprimere quella perfezione che non si può domandare agli uomini. Nel film il protagonista vede, come in uno specchio, la madre e la moglie, il proprio padre e se stesso, egli da bambino e suo figlio, le cui vicende di vita in parte si ripetono nelle diverse generazioni, perché l'esistenza umana è inserita in una dimensione più grande e forte delle decisioni dei singoli ed del loro preteso autodeterminarsi. Il prodotto, a mio parere, non è per niente complesso né faticoso. E' una parabola che parte da vicende intime, ricordate, per giungere alla memoria collettiva di un'intera nazione, la Russia, e un'intera epoca. L'autore si interroga sulla domanda più radicale che sia stata fatta sul popolo russo, ossia quale è la sua missione storica: un'anziana chiede al giovane protagonista di leggere proprio le parole tratte da una lettera di Puskin in cui si parla della specifica missione affidata di preservare l'Europa cristiana dalle orde Mongole, ma che ha comportato la separazione della Russia dalle grandi rivoluzioni dell'Europa Occidentale, le cui idee non sono penetrate nell'animo slavo. Le singole vicende delle vite dei protagonisti hanno una forza evocativa dirompente, perché una trama od un racconto preciso, la predominanza della trama, sottrae l'attenzione dall'esistenza reale così come si rivela ai sensi. E' qui che si spiega la differenza tra Occidente e spettatore occidentale da una parte, che cerca una narrazione capace di interessare la sua razionalità, ed il descritto Oriente russo, in cui al desiderio di sentimento può parlare una immagine molto più che una trama. Queste immagini evocate, inoltre, racchiudono forse l'intera esistenza umana, perché sono colte e presentate in maniera credibile e perché riguardano fatti universali della vita. La fanciulla dai capelli rossi, con le labbra rotte per il gelo, rosse di sangue, i bambini nella casa di campagna che cenano e carezzano dei gattini sulla tavola, versando loro del latte, la giovane madre apprensiva per timore di dare alle rotative un articolo inesatto e vola per il corridoio, la fisicità del suo corpo nudo a smaltire la tensione sotto l'acqua di una doccia arrugginita, un libro d'infanzia con un volto di giovane donna, da cui traspare per il giovane il mistero della femminilità, l'incontro occasionale una sera serena e ventosa con un medico che sbaglia strada e che rimane sedotto da quella donna seduta davanti al nulla delle distese dei campi, l'abbraccio del padre tornato dalla guerra con la divisa militare, l'incendio della casa nei boschi mentre tutto intorno è fradicio di pioggia e verde, il senso dell'amore descritto in "Primi incontri", poesia del padre del regista Arsenij, in cui la donna è creatura leggera, che scende le scale come un battito d'ala, che dice una parola: "tu", e per l'amato significa zar, re, e tutto il vocabolario umano è trasfigurato dall'amore, che cambia ogni cosa, mentre la donna che ci ammette alla sua nudità è come un tempio ortodosso che apre le porte dell'iconostasi ammettendosi al luogo più scaro... Chi non piange di fronte a tale trionfo della vita: che senso avrebbe avuto una trama che appaghi lo spettatore avido d'intrattenimento quando il film parla, da una sua prospettiva particolare, dell'assoluto? Non è un film complessissimo, raffinatissimo, privo di sbavature, ricco di colpi di scena, ma è una bellissima opera perché vera ed è una poderosa opera perché dal microcosmo della vita dell'autore si passa al macrocosmo dell'intera nazione Russa.
hghgg  08/01/2014 22:40:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi piace talmente tanto Tarko che quasi arrivo a volergli davvero bene. E quanta paura ho a commentarlo lo so solo io. Tu, sei stato divinamente bravo nel farlo.