caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

LO SPECCHIO regia di Andrei Tarkovskij

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Guy Picciotto     10 / 10  12/04/2012 19:40:16Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Lo specchio è il film più poetico di Tarkovsky, qua siamo oltre l'arte, siamo dalle parti della poetica di Esenin per intenderci, parlare di cinema è davvero non inquadrare qualcosa che non può essere per forza di cose inquadrato.
C'è la nostalgia, l'abbandono ai ricordi: ovvero L'ALLUCINAZIONE, allucinazione semplice Blakeiana, non la forma di un visibile, non un oggetto, non un c orpo, non un articolazione drammatica, neppure un istanza narrativa, si evoca e si complica, si disfa e svanisce subito, il ricordo / allucinazione/ abiura del presente in quanto c'è troppa devastazione nel ricordo di lui, la doppia meccanicità sonnambolica della macchina e dell'uomo, forse una sorta di soggettiva, ma il soggetto dov'è? di sicuro non tecnicamente e risibilmente tale, puiuttosto uno stato visivo intermedio e galleggiante di fantasma o elettrone bilocato nello spazio del dormiveglia, la visione si dissolve in questo cupio dissolvi che è il ricordo di una "quasi " felicità puberale qualsiasi" che è stata, e quindi non è stata mai, sospensione che non si sospende su nulla, è sospesa sin dall'inizio, non deve frenare il moto in uno sfrigolio poco lautreamontico di puntini, "non vedo ne l'uno (Tarkovsky) ne l'altra (la madre) , ma il tessuto tramato da un attività alla quale prendo parte" direbbe Bataille.
Se Spielberg è il cinema allora lo specchio non è cinema, è altro, è l'uscita dall'immagine/mondo mediante l'immagine vista vissuta in esperienza interiore, laddove le parole/immagini sono ancora organiche, lo sforzo infatti anche in Tarko è (a)teologico post sadiano.