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SOLARIS (1972) regia di Andrei Tarkovskij

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Invia una mail all'autore del commento wega     7½ / 10  26/06/2009 10:12:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Premetto, io il Cinema di Tarkovskij, questo filosofeggiare cervelloticamente coi suoi piani-sequenza, non lo sopporto quasi più. Ed io che di cervello ne ho poco, per lo più martoriato da anni di metanfetamine (ma va' che scherzo) non riesco proprio a scervellarmi il cervello per un film cervellotico di 3 ore. E non metto in dubbio che sia tutta una mia disgrazia non capire fine in fondo, e riuscire a sviscerare queste che sono, con ogni probabilità, delle vere e filosofiche opere d' arte. "Solaris" è "un oceano intelligente in grado di creare una natura organica", il film si basa anche su un interessante escamotage cinematografico/narrativo, e cioè la materializzazione del recondito. Una costante del Cinema dell' autore russo è la presenza di una superficie circoscritta, di una zona particolare, di un posto (meta)fisico, che va' oltre, in profondità, come la focalizzazione di tutti i suoi film; o l' esasperazione delle prospettive de "L' Infanzia di Ivan", spazio sovradimensionato dove ha luogo l' infanzia, abbastanza semplicemente. O "Nostalghia", il luogo circoscritto di un sentimento che è più di un semplice disagio (a detta di Tarkoso), o "Lo Specchio", superficie imperfetta del doppio, della riflessione di un' intera esistenza. "Solaris" e "Stalker" sono invece esempi di quella zona particolare della quale, del secondo, è meglio parlarne a tempo debito (sì ma a quando un' altra visione). Tutto il Cinema di Tarkovskij è anche imperniato sulla difficoltà che ha l' uomo nell' interagire con la propria coscienza. Cinema del dilemma morale. "Sai credo che qualcuno ci stia imbrogliano" dice la moglie a Kris, e quel qualcuno è proprio Kris, usato dal regista come elemento "unico" ma per un discorso certamente universale. Stop.