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ANDREJ RUBLEV regia di Andrei Tarkovskij

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Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki     10 / 10  23/04/2015 18:13:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Semplicemente un pezzo di storia del cinema, difficilissimo eludere l'apporto indiretto che ha avuto Rossellini su quest'opera, Andrei è debitore del suo 'Francesco, giullare di Dio', dalla composizione strutturale del film a capitoli, il ricorso al b/n, l'ascesi mai agiografica sempre rigorosamente asciutta, centellinato il grado di presenza del protagonista, talvolta arrivando a saltare anche capitoli interi, infine la condotta, molto poetica, e in Rublev si ravvisa ancor di più, ma entrambe prediligono l'indagine e la sublimazione della natura umana.
E proprio per questo, a discrezione del sottoscritto, il '2001' che a Tarkovskij continuavano incessantemente a rinfacciare come metro di paragone al suo 'Solaris' lo aveva semplicemente già fatto ma con 'Rublev', infatti dall'opera finale di Solaris ciò che evinse fu la difficile coesistenza col genere fantascienza, avrebbe voluto evitare quelle corde, non era quello che gli interessava, l'esplorazione è sulla coscienza non sulla scienza, e invece la critica opportunamente ha colto la palla al balzo per un superficiale confronto in piena guerra fredda tra le 2 opere.
Considerando che evitava come la mondanità anche la narrazione lineare, le tipiche logiche della cine-narrativa tradizionale, con Rublev ancora rasenta il comprensibile, astruso ma lo spettatore può ancora arrivare al filo logico del discorso narrativo, post Solaris abbonda di significati mischia soggettivo e oggettivo, mostra una grande personalità d'autore lasciando in eredità dei romanzi alla Joyce che il pubblico potrà decriptare dopo lunghe analisi, col tempo, visioni su visioni. Di quella 2° porzione di carriera 'Stalker' è da indicare come il miglior esito, poeticamente ed intellettualmente anche superiore a Rublev, circoscritto a una storia di individui, due, tre, quattro specifici individui, ostinatamente approfonditi, il loro è un viaggio nell'animo più intimo dell'uomo.
Rublev è anche la sintetizzazione tra uomo e arte, la sua Apocalisse di Durer, l'ultimo capitolo è un film nel film dedicato a 'La campana' rappresenta una delle massime espressioni della settima arte, e in particolare del suo cinema con l'acqua (pioggia), tematica onnipresente nelle sue opere come simbolo mistico di salvezza, purificazione, che conduce all'argilla nonché alla costruzione della campana. Se c'è ottimismo nel suo cinema, ammesso che ci sia, quello sta tutto in 'Andrej Rublev'.