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ANDREJ RUBLEV regia di Andrei Tarkovskij

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JOKER1926     6½ / 10  06/07/2012 16:42:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il ritratto generato da Andrei Tarkovskij nel lontano 1966, "Andrej Rublev", è un percorso nel Medioevo russo ove le barbarie erano, purtroppo, all'ordine quotidiano.

Andrei Tarkovskij evidenzia l'icona dell'artista Rublev, il film più che un biografico è un film da classificare come prodotto storico. Insomma l'immagine di Rublev, durante la proiezione, lascia spazio anche ad altre personalità. Invece è sempre evidente lo spaccato visivo di un'epoca tribolata.
"Andrej Rublev" rimane un film molto particolare ma Tarkovskij, secondo parere critico/soggettivo, dopotutto, non è immune da critiche.
Se il lavoro circa la fotografia e le inquadrature è di grande rilievo qui, con il prodotto del 1966, viene a mancare qualcosa nel campo della trama.
Tarkovskij ha uno stile chiaro per quanto concerne la confezione e la riproduzione delle immagini sullo schermo. Con la regia sovietica abbiamo molti piano sequenza, le situazioni, le scene sono dilatate a livello temporale. La regia calca, sistematicamente, sulla lentezza della scena, nascono opere abbastanza statiche.
Aldilà di questa osservazione c'è da aggiungere che la regia propone film di durate immense, ad esempio "Andrej Rublev" è un film di tre ore, quindi lo spettatore, inevitabilmente, è messo a dura prova. Perché, oltre qualsiasi concezione tecnica, il film resta pure una forma di intrattenimento. Questa "forma" rimane latitante per sempre.
Convergendo il discorso "A. Rublev" in una fattispecie di morale e denuncia le cose, finalmente, sono chiare.
La regia mette in luce la concezione dell'Arte che vive oltre ogni forma di coercizione e di violenza. A questo punto eloquente il finale in cui la vena artistica travalica da ogni cosa, si registra una sorta di rinascita.
Inoltre il film è una fotografia (fedele) di un periodo amaro che sembra, oltretutto, replicarsi anche oggi. In Russia tale produzione fu bandita, per ovvi motivi.