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L'ULTIMO POSTO SULLA TERRA regia di Artur Aristakisyan

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Doinel     10 / 10  29/05/2020 21:45:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
«Scopo del film è quello di sfidare alcuni incrollabili tabù atavici, sensibilmente alimentati dalla televisione di massa e sedimentati in profondità nella coscienza collettiva. Nel film vengono mostrate persone sorprendentemente uniche, persino i minacciosi membri dell'OMON (forze speciali russe), inviati per distruggere e disperdere la comune hippy, sono unici: si comportano come poeti isterici e parlano per metafore». A Mosca, una donna senzatetto di nome Maria, viene cacciata da un gruppo di suore trovando rifugio in una comunità Hippy, denominata "Tempio dell'amore". Questa comunità è guidata da un guru, che similmente a Cristo, invita tutti ad amare ed offrire il proprio corpo agli storpi, ai senzatetto, ai mendicanti, a tutti i reietti dalla società. La comunità rifiuta la proprietà privata e divide ogni bene con tutti, anche lo spazio su cui dormire. Ma il guru, ben presto, entrerà in una crisi spirituale che lo condurrà alla decisione di amputare i suoi genitali, scatenando uno shock nell'intera comunità, che si ritroverà divisa. Tutto quello che c'è da sapere sul film di Aristakisjan è che nessun spettatore può essere preparato alla sua visione, l'universo, non essenzialmente narrativo, ma cinematografico mostrato, è così lontano dal nostro mondo di vivere, pensare, sentire, che è inevitabile che questo crei una rottura profonda dentro ogni spettatore. Non tutti saranno disposti ad accettare questa "rottura". Aristakisjan ci spinge a vivere un'esperienza primordiale verso una realtà invisibile, quella che lui definisce «la camera oscura delle sensazioni», dove vive la verità più profonda dell'essere umano, libera da sovrastrutture. La vita e la morte della comunità, ci mostrerà disperatamente e spietatamente, il carattere manipolatorio che la società borghese esercita su di noi sul piano corporeo ed emozionale. Difficilmente riesco a pensare film altrettanto sconvolgenti e disperati come "Un posto sulla terra". Probilmente è l'esperienza cinematografica più importante del XXI secolo