caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

L'INFANZIA DI IVAN regia di Andrei Tarkovskij

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
JOKER1926     6½ / 10  10/09/2012 23:56:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
I moti che attorniano le produzioni del regista sovietico Andrei Tarkovskij si condensano nel nome di una sublimità spesse volte, forse, a parere personale di recensore, fin troppo acuta e speciale.
La componente "particolarità" è parte integrante dello stile Tarkovskij , su questo non ci piove; quando si assiste ad un film della regia in questione si carpisce prontamente la forma e tutte le peculiarità del caso, è davvero importante. Ma, ahimè, spesso la filosofica regia incappa in tunnel pressoché imponderabili.
Uno di questi allaccia indubbiamente la questione del ritmo, irrimediabilmente basso, appositamente e straziantemente basso, ogni volta.
Arrivati fin qui, a questo punto, possiamo inserire nel banchetto teoretico "L'infanzia di Ivan" del 1962.
Fra quelli di Andrei Tarkovskij è quello più "breve" e ciò, logicamente, conferma che il regista ha una comunicazione estremamente "travagliata" col pubblico, nonostante l'ora e mezzo vengono fuori troppe lentezze della camera, troppa metodicità delle scene incentrate su un' oggettiva spossatezza.

"L'infanzia di Ivan" si presenta dunque come film anche, perché no, storico in cui le trattazioni riguardano da vicino la seconda guerra mondiale ove i tedeschi militavano nelle terre sterminate della Russia. In tutto ciò, oltre al contesto storico, traspare una lettura personale (quella della regia) che mette in evidenzia sin da subito alcune icone, fra queste quella di un povero fanciullo beffato dal destino (e specialmente dall'uomo).
Ivan è una spia, un vero e proprio mezzo (trasversale) bellico. Un ragazzo soldato (ce ne sono stati molti) che riesce a farsi rispettare dai grandi e soprattutto entra nella mente dello spettatore. Infatti sarà questa immagine a sostenere tutto il film.
Film che ha delle crepe nella storia, la sceneggiatura sullo stesso piano, la narrazione è troppo dispersiva e da essa, sinceramente, comparisce solo un mucchio di freddezza e cinismo. Particolari, però, i sogni, bagaglio artistico, l'ennesimo del produttore sovietico.