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BOY A regia di John Crowley

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     8 / 10  19/10/2009 15:12:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Cinema da difendere senza indugi quello più indipendente targato Gran Bretagna,capace di regalarci perle spesso ignorate della nostra cieca distribuzione.Il bravissimo Shane Meadows è solo la punta dell’iceberg,sotto di esso si muovono tanti altri autori pieni di idee interessanti.John Crowley fa parte di questa esclusiva ed invisibile schiera,il suo commovente “Boy A” ne è esempio lampante.
Storia di un ragazzo,cui dà il volto con sofferente e splendida partecipazione Andrew Garfield,rilasciato dopo parecchi anni trascorsi in carcere che con l’aiuto di un assistente sociale(Peter Mullan,noto habituè del cinema british impegnato) sembra riuscire a rimettere insieme i pezzi di una vita destinata allo sbando.Un lavoro,nuove amicizie e soprattutto l’amore per la disinibita e dolce segretaria della ditta per cui lavora sembrano aprire scenari futuri appaganti.
Da un impavido gesto si scatenano beffardamente eventi destinati a riportare a galla il passato,da cui emerge un forte senso di colpa ben radicato nell’anima ed illustrato mediante flashback perfettamente amalgamati con la narrazione principale.I personaggi sono splendidamente realistici,Crowley si affida a scenografie asettiche e spartane al fine di concentrare tutta l’attenzione su di loro.A tratti si avverte una certa staticità formale,ma seguire i concetti espressi è basilare per poter meglio comprendere il punto di vista dell’autore.In questo caso è palese la condanna verso una società che tende a negare una seconda chance,stigmatizzando a prescindere,senza lasciare nessuno spazio a dubbi e all’umana carità.Per contro va analizzata e compresa anche la posizione di chi è stato danneggiato e in quale contesto nascano determinate deviazioni comportamentali.Crowley si limita a sfiorare questi argomenti, volgendo lo sguardo all’ambito famigliare e forse tralasciando troppo facilmente una parte degna di maggior approfondimento.In compenso si concentra con accuratezza sul suo protagonista e si schiera senza mezzi termini,denunciando e cercando di far comprendere che dietro l’errore e la parvenza mostruosa si può celare un reale rammarico unito ad un veemente desiderio di riscatto.