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L'AMORE RITROVATO regia di Carlo Mazzacurati

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     4 / 10  25/10/2004 23:50:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
se dovessi indicare un'opera che segna il limite e la crisi di un certo cinema italiano, partirei da qui E' una delusione vedere Mazzacurati affidarsi a un soggetto del genere, dimostrazione oltretutto di quanto sia per noi italiani controproducente rileggere la storia, anche se solo come iconografia e miraggio di un'altra dal punto di vista post-letterario il film cita Pavese passando attraverso Pratolini e Morante (Elsa) senza trovare una dimensione realmente coerente con le immagini se inizialmente mazzacurati , nella ricostruzione effettistica dell'italia del 36", sembra incuriosire in quel vago furore di modernità (la Juventus, De Andrè in sottofondo tra i treni maremmani) è questione di pochi attimi anche i coiti della coppia di amanti che vorrebbero comunicare passione appartengono a un forzato modernariato di un'autore che qui affonda con nonchalance nel puro manierismo se M. adatta la storia a quell'epoca da lì non fa un passo: come una pagina dello storico domenica del corriere, il romanticismo del film si perde in una serie di cartoline liebig che fanno rimpiangere - ma davvero - il blasonato e retorico cinema di Carmine Gallone Se Accorsi è patetico soprattutto quando tenta di essere intenso, la Sansa è stancamente diretta come icona, immagine, quasi che la sua metamorfosi non fosse mai reale Tra treni a vapore e figure abbozzate divertenti ma da parodia l'amarcord non trasmette emozioni e si accetta passivamente (forse con piacere) ma i 100' scarsi del film sembrano inesorabilmente eterni in realtà l'amore ritrovato è una serie di sketches da pochade sotto falso nome, tra buffet e divise, accconciature e pensioni, squarci visivi sì di grande bellezza ma come al solito inutilmente estetizzanti: è l'aborto mancato di un cinema che sa di parrocchietta provinciale, ed è ben strano pensando a Mazzacurati, così bravo e dissacrante nel mettere alla berlina proprio questa nostra proprietà privata del nostro sguardo italico (cfr: la lingua del santo, ad esempio)