JOKER1926 7 / 10 12/10/2014 16:37:13 » Rispondi Fra le cose più riuscite, nel pieno delle motivazioni di arte di Maya Deren, si ricollega splendidamente "The very eye of night". Il cortometraggio è fondato nel puro sperimentalismo e in un montaggio particolare che si manifesta nella duplicazione scenica, da una parte gli aggeggi musicali che sembrano dare il via e dall'altra l'apparato infinito di un sistema cosmico e tutte le figure che lo albergano.
Il lavoro cinematografico del 1958 è l'ultimo della regia femminile di Deren, forse simbolicamente riprende l'essenzialità della stessa definitivamente. "The very eye of night" è un viaggio nella psiche, nella celebrazione di un qualcosa di personale che sfocia, però, in una bordata di arte sfavillante. La musica è originale e svolge la funzione chiave nel corto. Si respirano strane sensazioni, in poche parole questo di Deren è un film che non accetta (come al solito) trame e intrecci, è solo arte che richiama altra arte, un gioco di corrispondenze e sovrapposizioni. La fotografia, l'ambientazione scura del cosmo e la musica determinano la bellezza del disegno.