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MEDITATION ON VIOLENCE regia di Maya Deren

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JOKER1926     6½ / 10  09/10/2014 00:50:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Meshes of the afternoon" andò ad aprire, nel concetto di arte del Cinema, la carriera di una regia femminile degli anni quaranta, Maya Deren.
A spingere il recensore nella scoperta di antichi cortometraggi è specialmente la data, quella degli anni quaranta, e poi il genere che è un non genere. Cioè siamo alla corte di uno sperimentalismo, tale sperimentalismo è inetichettabile.

Qualche tempo dopo, circa un lustro , Maya Deren passa alla produzione di "Meditation on violence", cortometraggio di brevissima durata, sono dodici minuti.
La proiezione è lontana dalla logica, o perlomeno, la visione cerca un pubblico figlio e padrone dell'idealità di arte alternativa e relativa. Insomma bisogna guardare e prestare l'alibi a chi l'ha messa in piedi la cosa. Quando si osservano cose del genere, quando il recensore si imbatte con artisti totali come Carmelo Bene e Maya Deren (tanto per citarne alcuni!) deve avere predisposizioni di testa che accettino il prodotto. L'acclamazione è istintiva e personale, è tutta un'altra cosa.

"Meditation on violence" parla da solo e forse si esprime per se stesso; è un film senza parole ma con della musica positiva e a suo modo serena. In ballo la cultura di altre terre, nel segno di una spiritualità (meditazione quindi) del corpo e della psiche. Difficile penetrare ulteriormente nell'analisi, manca la voglia. Maya Deren con il corto del 1948 è come un sigaro di gradita e rassicurante provenienza: ti inebria, ferma la fisicità. Riposa la mente.