caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

LE ARMONIE DI WERCKMEISTER regia di Bela Tarr

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
pinhead88     7 / 10  31/07/2013 23:15:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
COMMENTO SPOILERANTE

Primo lungometraggio dell'ungherese Tarr che guardo e osservo attentamente.
Che dire, ancora non capisco se mi è piaciuto o meno, mi sono andato a spulciare qualche frammento di recensione in rete per comprendere almeno un minimo di questo regista e del suo cinema allegorico, e nel frattempo dopo aver visionato il film per circa un'ora e dopo averci filosofeggiato su un bel po', sono andato anche a leggermi qualche commento al film in questione e sul suo possibile significato.
Devo dire la verità, da solo non ci sarei mai arrivato a meno che non lo avrei visto una seconda volta, ma lungi da me solo l'idea di riprovarci.
Ho apprezzato moltissimo alcune sequenze suggestive, il b/n, l'inizio vorticoso quasi surreale, la folla in mezzo alla piazza, la nebbia, quei silenzi ipnotici che mettono a disagio, per non parlare poi della figura mistica della balena che rievoca un Dio prigioniero ma morto e straziato ormai da tempo indefinito ridotto ad un fenomeno da baraccone da un nano invisibile. Questa figura sembra essere l'oggetto di un incubo, come tutto il film del resto può apparire.

Una cittadina che vive all'ombra del crepuscolo, in una sorta di purgatorio dove non batte mai il sole, (il b/n qui ovviamente gioca un ruolo fondamentale) c'è una fitta nebbia che ogni tanto pervade l'atmosfera, uno stuolo di strambi personaggi grotteschi di cui ognuno sembra non avere un'anima, che attende un segnale, un qualcosa che non si sa che cosa, sempre davanti alla carcassa della balena che nasconde anche una figura ancor più misteriosa: Il Principe, ovvero il nano che non si vede mai, oppure il diavolo(per come la vedo io).
Personalmente dopo aver letto alcune cose a riguardo, ho una mia visione personale della metafora intrinseca, ma niente di così profondo come alcuni geni cinefili avranno intuito.
Questa piccolo luogo indefinito è un luogo come tanti altri, non importa dove ne quando, rappresenta il mondo o forse meglio dire la fine del mondo.
La mastodontica balena imbalsamata è una delle meraviglie dell'universo che racchiude in sè tutta l'armonia e la poesia della natura, come la musica raffinata qui presente, e come tale può avvicinarsi agli dèi, come afferma anche il dottor Eszter in un monologo del film.
Tutto può avvicinarsi agli dèi tranne l'uomo, privo di armonia, il cancro dell'universo, l'aborto della natura. Una nullità nel grande disegno divino, come un figlio non voluto e lasciato all'oblio.
La balena quindi più che un Dio è un martire, una creatura angelica che rapprensenta la bellezza, la perfezione di un disegno armonico, lasciata nuda e fragile in mezzo a una folla di maiali putridi. Per fare un esempio, come un bellissimo elfo in mezzo agli orchi.
Il principe la tiene prigioniera come un trofeo infernale, un esempio che incita la razza umana ormai persa e abbandonata a riscattarsi.
L'emblematica figura del principe invece può accostarsi ad un demone, o al diavolo in persona, non si vede mai perchè è un mostro, annuncia l'apocalisse attraverso la rinascita con la distruzione di ogni cosa bella, misericordiosa e per questo accostabile a Dio(la sequenza dei malati nell'ospedale che vengono massacrati)
Una rivincita dei dimenticati. Avrei preferito però che il nano si vedesse, sicuramente il tutto avrebbe acquistato più fascino.
Questa riflessione è molto semplice, ma davvero non ci ho visto altro e ci ho anche riflettuto ieri notte che non riuscivo a dormire, e si sa che la notte è la miglior compagna di riflessioni.
Una delle poche cose che non ho digerito è lo stile antinarrativo di Tarr, piani sequenza infiniti, un ritmo lentissimo e a volte insostenibile per godere a pieno di questa magnifica opera in cui la poesia di alcune immagini si tramuta immediatamente in una grigia noia che rende totalmente incapaci di pensare.
Un plot del genere, metafisico e autoriale quanto volete, poteva benissimo durare la canonica ora e trenta senza quelle inutili brodaglie narrative che ristagnano senza trasmettere nulla. Capisco che è cinema d'autore, ma porca miseria sfido chiunque a non pensare ad altro durante un piano sequenza di dieci minuti.
Nonostante abbia apprezzato la metafisicità del messaggio, non riesco ancora a farmelo piacere nell'insieme per via di quel ritmo spezzettato tra noia micidiale e favolose immagini.
Credo che Tarr l'abbia fatto apposta per prendere per il cùlo, seppur bonariamente, una certa tipologia di cinefili che se la cantano e se la suonano nel loro vizioso circolo di autocompiacimento, stessa cosa che dissi con Jodorowsky. Oppure semplicemente lo ha fatto di sua spontanea volontà tanto per allungare il film inutilmente così da farlo apparire di maggiore importanza.
Crimson  07/08/2013 10:26:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dal commento, che reputo immaturo, contraddittorio e superficiale, si evince che non sei pronto per vedere Tarr.
Provo un senso di dispiacere nel leggere le tue parole caotiche e acritiche, perché da una parte sembra che tu voglia porti le domande.
Ti ha fregato la paura di non essere all'altezza. Forse un po' ti svalorizzi. Chiediti da dove nasce questa insicurezza che ti porta ad esempio a interrompere il film dopo un'ora per correre a cercare altrove i suoi possibili significati. Essi sono in realtà dentro di te, sai? Chiediti chi sei e in che società vivi, piuttosto. Timidamente l'hai fatto, stando a quel poco di genuino che emerge dalle tue parole (balena/dio, nano/diavolo).
Vuoi davvero "metterti alla prova"? Forse abbiamo una concezione differente dell'espressione. La "grigia noia che rende totalmente incapaci di pensare" l'hai proiettata tu sul film, e non viceversa. La noia di chi ha scambiato il film per un passatempo, pur non avendo quest'intenzione. Chiediti se c'è la possibilità che qualcuno riesca a non pensare ad altro durante un piano sequenza sublime di sette minuti e mezzo, piuttosto che sfidare costoro a non pensarla come te.
Tutta la tua paura, che giustifichi a te stesso e agli altri con luoghi comuni tipo "il film è lento, allungato, brodoso ecc..." (come se l'opera d'arte dovesse adattarsi al nostro format mentale, piuttosto che insinuare dubbi e far crollare certezze) deriva dall'immaturità del tuo filtro visivo, che puoi allenare solo con l'umiltà di porti in discussione. Ci siamo passati tutti. Oggi io posso dire di guardare senza problemi un film di Tarr, e ti assicuro che è un'esperienza che mi pone in contatto con me stesso così fortemente come solo pochissimi registi sono in grado di fare, perché nelle notti in cui non dormivo anziché arenarmi sul "facile" desiderio del disvelamento della verità, ho capito che non aveva importanza perché non c'era oggettivamente, ma attingeva alla forma della mia soggettività. La multidimensionalità della mancanza della risposta univoca (altro che andare a cercarla su internet nei commenti degli altri) fa sì che l'opera d'arte in questione cresca dentro te, ma solo tu puoi darle vita, con le tue riserve. Può affacciarsi! La constatazione naturale e spontanea (e che meraviglioso momento sarà?!) CHE NON HA IMPORTANZA CHE IL NANO SI RIVELI, o meglio, che egli rimanga nell'ombra, sarà un parametro importante per farti scoprire se sei o meno pronto per Tarr. Se vorrai potrai imparare a isolarti dal mondo, tenere fuori per due ore i tuoi pensieri, cosa devi fare domani o perché la vita ti opprime, e allora ti assicuro che la regia di Tarr anziché darti l'impressione fastidiosa di impedirti di pensare ti aiuterà a farlo, al contrario, perché è assolutamente funzionale al suo senso, anzi è esso stesso, come se stessimo parlando di un corpo unico di regia, contenuti e antinarrativa, come la chiami tu.
Solo l'umità ti aiuterà. Vedere ora Satantango equivarrebbe a ostinarti a non entrare in contatto con te stesso. Renditene conto.

When visions that should be
Are tatooed in your mind
The power to let go
Is sometimes hard to find

The answer cannot be found
In the writing of others.
elio91  07/08/2013 14:57:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Crimson, ma hai finito poi Heimat 2? Quando gli piazzi 10?
pinhead88  07/08/2013 19:28:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Appunto per questo sono andato a cercare delle risposte, perchè la visione non mi aveva trasmesso nulla soggettivamente.
Ho cercato di plasmare la bellezza delle immagini dentro un significato a mio piacimento ma rimaneva comunque ben poco per apprezzarlo.
Sui piani sequenza che tu definisci sublimi, io dico che non bisogna essere maturi, colti o preparati per apprezzarli ma bisogna quantomeno essere privi di una mente razionale per trovarli sublimi.
il non apprezzarli è una cosa istintiva, è un sentimento che prevale a priori aldilà di una possibile ''immaturità del filtro visivo''.
Come se fissi il soffitto per dieci minuti senza pensare a niente, dopo un po' ci inizi a riflettere e pensi ''caspita, devo fare qualcos'altro'', invece al contrario se guardi il soffitto e pensi, penserai sicuramente a qualcos'altro e non certo al soffitto, capisci che intendo?
In ogni caso Tarr è un regista che voglio ancora approfondire, altrimenti avrei lasciato perdere da subito.
pinhead88  07/08/2013 19:44:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Poi, nel fatto di trovare continue risposte a tutto, non sono affatto quel tipo di persona lì, anzi sono proprio l'opposto. Vedi ad es. ''Picnic ad hanging rock'', ma in certi casi avere delle risposte, anche velate, aiuta ad apprezzare maggiormente i contenuti di questo tipo di cinema.
Comunque, bastava che il film durasse almeno un'ora di meno e gli avrei messo pure 10.
elio91  01/08/2013 00:15:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Nono, Tarr ha fatto di molto peggio in termini di pianisequenza in cui accade il nulla. Satantango è devastante sotto questo aspetto ed è uno dei motivi per cui non l'ho apprezzato come chi lo ritiene un capolavoro.
Per il resto credo che si, la visione di "Le armonie" è difficile ma altrettanto difficilmente te lo dimenticherai.
pinhead88  01/08/2013 01:16:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Questo è vero, sento che è un film che non dimenticherò facilmente, come un sogno particolare. Però è davvero un peccato, se fosse durato un'ora di meno alleggerendo un po' la narrazione, e diventando appunto più armonico nel ritmo sono sicuro che sarebbe diventato anche tra i miei film preferiti.
La sinfonia delle immagini, b/n da favola, senza quei cacchio di monologhi strazianti, poi la signora Tulde, figura completamente inutile nel complesso.
Verso la fine stavo impazzendo, avrei voluto suicidarmi, poi però subito dopo vedi(dico in generale) quella magnifica sequenza della balena scoperchiata e ignuda, abbandonata lì, tra la nebbia mistica e diventi confuso.
Satantango lo devo vedere assolutamente perchè voglio mettermi alla prova e anche perchè sono un po' masochista, dopodichè con il signor Tarr posso chiudere in bellezza.