caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

LE ARMONIE DI WERCKMEISTER regia di Bela Tarr

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
elio91     9 / 10  23/01/2013 16:26:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Indescrivibile il cinema di Bela Tarr che in questo caso mi ha completamente annientato. Ho visto quasi tutte le sue opere precedenti, alcune bellissime ma sempre estenuanti. Persino Satantango nella sua bellezza mi aveva lasciato un pò freddo.
Le Armonie di Werckmeister invece credo sia un capolavoro, ad oggi l'opera più riuscita del maestro ungherese.
Forse il suo cinema in bianco e nero delle lande desolate, dell'umanità distrutta, qui raggiunge picchi drammatici mai visti grazie anche alle musiche di Mihàli Vìg.
Senza rinunciare alla forma-limite del suo cinema fatta di lunghi pianisequenza e recitazioni deliranti, ipnotico come una ninnananna diabolica, Tarr riempie di un messaggio fortissimo il suo cinema antinarrativo per eccellenza, messaggio che in questo caso è chiaro pur nella molteplicità ambigua della metafora.
Cos'è la balena, cos'è il nano? Forse la prima è l'idea incarnata in animale (anzi, nella carcassa) del Dìo morto di nietzscheana memoria. L'occhio è l'abisso che non risponde, l'imponderabile. La carcassa è ciò che gli uomini temono e contro cui si ribellano allo stesso tempo.
Il nano non ci viene mostrato se non una sua ombra, le sue parole straniere tradotte in slogan di sovversione e caos. Potere, appunto.
La balena alla fine è abbandonata alla vista di tutti, ma tutti chi? Oramai tutti sono spariti, perfino chi ci credeva in Dìo e nella costruzione dell'ordine (il protagonista che nella sequenza iniziale costruisce un'armonia universale utilizzando ubriaconi). La nebbia mangia tutto. L'oblio. Su tutta l'umanità.

Non esagero se dico che "Le armonie di Werckmeister" contiene alcune delle scene più belle e forti della storia recente del cinema. Quasi dei climax di tensione che si risolvono in immagini semplici, scarne, come quella di un vecchio malato nudo e scheletrico, indifeso. A ripensarci gli occhi si riempiono di lacrime. Quelli della balena guardano, da un altro mondo.
Fuxasinho  17/11/2017 01:45:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Con partecipazione e umiltà, leggo i tuoi commenti e le emozioni che i film scaturiscono in te da tempo. Avrò letto le tue parole su questo film, soprattutto le ultime due frasi, almeno dieci volte.
A ripensarci, tutta la vita passa da uno sguardo inaspettato, incomprensibile. Un guanto di nebbia che nessuno indossa. E questo e più grande, molto più grande, di tutti noi.