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BRAZIL regia di Terry Gilliam

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Invia una mail all'autore del commento lorenzo971     9 / 10  24/04/2009 15:21:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
In un mondo che ha smarrito ogni emozione, un futuro distopico basato su una burocrazia che annichilisce il singolo rendendolo succube di un sistema superiore di cui perde totalmente il controllo, Sam, solo in mezzo ad uno spettacolo penoso di personaggi semi-automi nevrotici o catalettici, trova ancora la forza di sognare. Evade in una dimensione onirica, spinto dal puro ed assoluto desiderio d'amore, non il mero culto della bellezza che scade in una crociata a colpi di bisturi contro le rughe,ma la passione antica, epica per una sconosciuta, una ninfa anonima che deve salvare (una sorta d'amor cortese ormai caduto nell'oblio nella socetà a lui coeva). Sam conserva al suo interno, nel profondo della sua interiorità, dei sentimenti, un po di colore, una sinfonia, che come quella della colonna sonora (tratta dalla canzone Aquarelo de Brazil), romantica e melanconica, entra in forte contrasto con la realtà. Abbandonando il suo equilibrio mediocre, come nei suoi sogni, intraprende una battaglia, diviene un eversivo, lotta per la sua individualità e per la donna che ama, scontrandosi con una dittatura sul modello orwelliano nella dimensione esterna, e con le sue paure piu innominabili in quella interna (il samurai non è altro che lui stesso -- sam you're I ---) . Se in una di queste trionferà l'Icaro alato, nell'altra è destinato a fallire, come un modulo senza matricola, l'unico epilogo per lui possibile è l'eliminazione.
Gilliam dimostra delle doti eccezionali, una capacità visionaria senza precedenti, continuando strenuamente, con un'altro film, la lotta contro il rischio di un possibile futuro-spazzatura, che non è poi cosi lontano.

ps: tra le scene piu belle quella in cui i grattaceli, rappresentati come parallelepipedi di cemento spuntano con veemenza dal terreno, distruggendo il sereno paesaggio naturale.