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BRAZIL regia di Terry Gilliam

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Zazzauser     6 / 10  03/02/2021 04:44:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Francamente - almeno a mio avviso - Brazil non ha nulla a che spartire con i migliori lavori di Gilliam (Twelve Monkeys, La leggenda del re pescatore, Paura e Delirio a Las Vegas). Molto piu' kafkiano che orwelliano, la pellicola é più imperniata sul nonsense, sull'assurdismo, sul parossismo che sulla "seria", ragionata, aggiornata rilettura delle tematiche di 1984 che almeno sulla carta si riproponeva di fare (titolo di lavorazione "1984½", con chiari riferimenti a Fellini).
Il focus e' puntato quasi interamente sullo stile visionario, onirico, grottesco e tutto eccessi di Gilliam, fra architetture alla Sant'Elia (davvero ben ricreate ammetto) e retrofuturismo anni '40, sicuramente originale dal punto di vista dell'impatto sensoriale e recante l'impronta inconfondibile del regista, ma a raschiare sotto la superficie rimane, pare, relativamente poco.
Per carita' come parodia della distopia funziona abbastanza bene - ma neanche piu' di tanto - nel prendersi gioco dei suoi topoi (l'infallibile sistema di controllo messo in crisi da un insetto caduto in una macchina da scrivere, l'onnipresente stato di polizia incapace di catturare i presunti attuatori di attentati terroristici che si susseguono da piu di un anno e mezzo, anzi capace di catturare e torturare solo innocenti), molto meno come satira in quanto manca quel tipico innuendo critico e di denuncia.
Probabilmente e' anche questione di gusti e di aspettative troppo alte ma a me e' sembrato poco piu' di un quadro comico e surreale in cui tutto si sussegue senza una logica fino ad arrivare all'epitome dell'assurdo nel quarto d'ora finale, parecchio lungo, con scarso ritmo e raramente coinvolgente (140 minuti la versione europea, tralaltro molto differente dal cut originale), ricetta perfetta per lo status di un "cult movie" invecchiato non esattamente come il buon vino.
Kim Greist e' assolutamente anonima e insipida e Jonathan Pryce a mio avviso non e' tagliato per ricoprire le vesti del protagonista. Ian Holm, Bob Hoskins, Robert De Niro (!) non pervenuti.
Non nego che sia una commedia che possa far piacere rivedere a qualche nostalgico degli anni '80 ma a chi lo approccia alle soglie della terza decade del nuovo millennio dubito che venga voglia di rivederlo. La citazione a La Corazzata Potemkin di Eizenstejn pero' mi ha fatto sorridere.