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DIES IRAE regia di Carl Theodor Dreyer

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Invia una mail all'autore del commento nocturnokarma     10 / 10  11/01/2013 14:16:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un'opera dolente e importantissima. Insieme al miglior Bergman uno dei più importanti incontri tra speculazione filosofica, allegoria umana, ambiguità morale e ricerca di Dio mai fatti al cinema.

Il rigoroso, ma mai ricercato o ridondante, stile di Dreyer, spoglia la messa in scena, la recitazione, asciugando qualsiasi enfasi dei dialoghi (praticamente perfetti e mai teatrali ed integrati alla perfezione con l'ambientazione delle vicende, 1623), senza voce fuori campo, ma scavando nei volti e nei gesti di personaggi lontanissimi nel tempo e così vividi. Prigionieri della superstizione, del ricatto religioso di un credo che non ascolta gli uomini (il peccato alla base del Cristianesimo). Ma il film è molto altro ancora: l'ambiguità dei sentimenti, il desiderio di fuga, l'incomprensione.

Al centro il personaggio di Anne. Una delle figure di donna più potenti che abbia mai visto. Contraddittorio, e quindi umano (e non affatto uno stereotipo come si potrebbe banalmente sintetizzare), folgorante ed indimenticabile.

Un film assoluto, sia per credenti che per non credenti. Da vedere con lo spirito (è proprio il caso di dirlo) e la voglia giusta; va gustato e capito, con la stessa reverenza di un profano che si avvicina alla musica classica o al surrealismo.

Un film di domande, e nessuna certezza. Distante anni luce dalla predica, dalla pedanteria di molto cinema d'autore contemporaneo. Da cineteca.