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DANNAZIONE regia di Bela Tarr

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Lucignolo90     8 / 10  25/03/2013 04:22:41Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il film della svolta nella carriera di Bela Tarr. Quello che segna la prima collaborazione col compositore Vig e anche quella che presenta i tratti distintivi riconoscibili in ogni film successivo del regista magiaro: l'utilizzo di una storia noir (in questo caso la storia di un uomo, Kerrer, coinvolto nella consegna di una non meglio specificata sostanza illegale) che ben presto lascia il posto al vero cinema Taariano; Il cinema che parla tacitamente e solo per rimandi simbolici, di un evento di immani dimensioni, simboleggiato dai sempre piu forti scrosci dipioggia che allagano il paese, eventi cui l' uomo al confronto puó solo assistere muto e inerme, proprio come la calca di persone, che si limitano a starsene ferme e inebetite, meravigliosamente fotografate da una delle numerose carrellate laterali del film, mentre osservano i muri degli edifici, tingersi pian piano, dei toni scuri donatigli dall' acqua piovana.
Gente che trova come unico baluardo il Bar Titanik (nome non proprio casuale) dove avrá luogo un ballo tanto gioioso ("un vortice di colori") quanto isolato dalla cupezza che inesorabilmente tornerá a palesarsi come una cappa, una volta finito; e bar dove, lo stesso Kerrer cercherá di alleviare i malanni di un' esistenza squallida e fatta di sotterfugi, prestando orecchio alle dolci canzoni della donna che ama, ma che é giá sposata. Proprio il giro losco che ha per le mani potrebbe tornargli utile per liberarsi del marito....e intanto la gente continua ad aspettare con rassegnazione la fine di tutto, o forse la svolta che salvera e redimera tutti...a loro non é dato saperlo...

Bela Tarr dirige questo che ha forse l' unico difetto di essere ottimo e non TOTALE come saranno i suoi lavori seguenti (tranne l' uomo di Londra), ma il tocco distintivo c'é e la strada é ormai spianata verso la perfezione di Satantango.
Non ingannino le ore: il film sembra durarne almeno il doppio e gia la prima mezz' ora, fatta in pratica da 2 blocchi solidissimi di piani sequenza fermi (ma alleggerita dagli splendidi 7 minuti della canzone nel bar) faranno stoppare la visione di molti non abituati allo stile di Tarr. Ma superata la fase di stasi il film catturerá l' attenzione di chiunque e a mano a mano entreremo in un mondo in bianco e nero, parco di parole, e ricco di musica in fisarmoniche, scrosci di pioggia e occasionali soliloqui appena sussurati.

Il finale memorabile

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