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DANNAZIONE regia di Bela Tarr

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elio91     8 / 10  07/03/2012 23:51:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Noir (?) ambientato in una pianura ungherese battuta dalle piogge. Ed è dalla pioggia che emerge un'umanità perduta, apatica, che pare risvegliarsi per un attimo nella frenesia di un ballo melodico e delicato per poi ripiombare nella perdizione (Dannazione) finale ed iniziale.
Tarr rinuncia al racconto e lo frantuma con uno stile in cui l'immagine e le carrellate ipnotiche fanno a pezzi quello che dovrebbe essere un noir raccontabile in non più di tre righe, lo allunga, lo riempie di pessimismo e appunto di disperazione. I ritmi sono distaccati, algidi, martellanti ma anche ipnotici come i carrelli della teleferica che lentamente si muovono con i loro cigolii sempre uguali, visti dal protagonista nella sequenza iniziale.
E se bisogna pur ammettere che la visione dell'opera è difficoltosa, poco appetibile e non immediata (il senso e la bellezza di alcune scene ti entra dentro solo dopo la visione, mai durante), ecco però che ci sono un paio di momenti in cui Tarr ti rapisce il cuore e l'anima subito e senza compromessi: la canzone nel bar Titanik, quasi sette minuti di cinema immenso; e poi il finale angosciante, grottesco, folle, dove l'uomo diventa neanche un'animale ma una pantomima di esso, qualcosa di ancestrale e primitivo, regresso fino ad abissi perduti dai quali è impossibile tornare.