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DIVERSO DA CHI? regia di Umberto Carteni

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amterme63     6½ / 10  12/07/2009 11:42:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Una piacevole commedia che diverte e che fa ridere, ma che di più non fa. Prende a spunto un classico delle commedie di tutti i tempi, cioè l’ambiguità sessuale e lo aggiorna ai temi correnti di quest’ultimo scorcio di inizio 2000, in questa provinciale e piccolo-borghese Italietta. Per “pepare” ancora di più la storia viene inserita anche una blanda satira politica, che punge pochissimo e che dice molto invece in maniera indiretta.
A parte quindi la risata da circostanza, gli spunti di riflessione generale devono essere ricavati più che altro per deduzione.
Una cosa che salta agli occhi è la predominanza del bello. Una volta si esageravano certe caratteristiche in maniera grottesca per renderle più evidenti. Nelle commedie si trovavano spesso personaggi “esagerati” in bellezza e bruttezza, in corruzione e onestà a contrasto fra di loro. Basti pensare alla serie di Fantozzi o alle commedie di Monicelli, oppure al Portaborse di Luchetti. Qui invece predomina incontrastata la figura dell’Italiano medio rappresentativo come persona bella, elegante, senza problemi finanziari o sociali, preso dalle sue questioni personali.
Ci si domanda poi cosa ci sia nei personaggi che li possa qualificare come personalità politiche. Forse appena appena il fatto che rappresentano certe categorie sociali (i gay, la famiglia). Quindi la politica si riduce a difendere o a mediare gli interessi privati o di gruppo, oppure a far prevalere un partito in concorrenza con un altro. Il resto è noiosa routine fra comizi, incontri, varianti al piano regolatore, telegiornali e sondaggi altalenanti. Quel che conta di un politico è perciò la sua personalità fisica e rappresentativa, il feeling che riesce a creare con la sua audience, più virtuale che reale.
Tutto questo il film ce lo rappresenta in maniera quasi inconsapevole, visto che questo modo di vedere è diventato l’abitudine generale di considerare la politica in Italia.
Il film partecipa anche dell’altra tendenza pubblica, cioè quella di evitare il più possibile i contrasti e i conflitti a livello generale o strutturale e dare quindi un’immagine tutto sommato tranquilla e pacifica della società, in cui ci sono problemi o ingiustizie (mancanza di riconoscimento legale alle coppie di fatto con possibilità di adottare bambini) ma dove in qualche maniera si trova il modo per andare avanti lo stesso, anche se “la politica” non riesce a dare risposte generali. Insomma, alla fine ci si arrangia nel privato alle mancanze della politica.
Un piccolo contributo positivo questo film però ce l’ha avuto. All’arena estiva in cui ho visto questo film c’erano tanti bambini e tutti si divertivano e ridevano. Con questo film si sono fatti l’idea che si può vivere e volersi bene in tanti modi diversi e chissà, un giorno, quando questi bambini saranno adulti, potranno accettare tranquillamente di rendere legale e ordinario ciò che ormai è normale e consolidato, abbattendo finalmente stupidi e obsoleti pregiudizi.