caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

MILK regia di Gus Van Sant

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
amterme63     8 / 10  02/02/2009 23:14:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi è parso un film soprattutto politico e molto americano nello spirito. Il protagonista del film è certamente Harvey Milk, ma tramite lui si vuole in qualche maniera celebrare l’esistenza e la forza di un movimento sociale-politico-etico quale quello degli omosessuali americani. Più in generale ci si inserisce nel filone dei film che celebrano gli individui che hanno dedicato la propria esistenza per una causa collettiva.
Milk è visto piu che altro in funzione del suo rapporto con il Movimento, è soprattutto il suo lato politico quello più indagato. Van Sant non si preoccupa più di tanto di sondare l’origine etica o psicologica di quello che fa Milk. Non gli interessa da dove provenga tutta questa forza interiore che spinge Milk a combattere per una causa. O meglio, secondo il regista non c’è bisogno di spiegare perché è diventato così: è una cosa logica e naturale, dovrebbe venire da sé a ogni discriminato la spinta a prendere coscienza e a lottare fino in fondo per la tutela dei propri diritti.
La tattica del regista e dello sceneggiatore è chiara: prima si fa un po’ conoscere in maniera generica il carattere di Milk per renderlo amabile e simpatico al pubblico; poi si descrive tratto tratto il suo percorso politico con tutte le lotte, le difficoltà, i successi, facendo immedesimare lo spettatore nel personaggio. Il ritmo del film segue questo percorso identificativo andando in maniera veloce, sincopata e concentrata. In questa maniera la lotta politica di Milk diventa proprietà dell’animo dello spettatore che assiste al film.
Tutto è risolto quindi nell’ottica celebrativa di un percorso di totale dedizione ad una causa. Questa dedizione ha però i suoi costi:

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER
sono costi dolorosi, ma la storia non si sofferma più di tanto su questi episodi; bastano solo a far vedere quanto sia costata interiormente a Milk la dedizione per la causa collettiva e in definitiva ciò serve a rendere ancora più forte e nobile la sua figura agli occhi dello spettatore. Anche i suoi non troppo limpidi maneggi politici sono in qualche modo “giustificati” visto che servono soprattutto alla causa. Qui forse una maggiore introspezione e un certo distacco dal personaggio (poterlo vedere controluce – da un altro punto di vista) ci sarebbe stato bene. La cosiddetta “freddezza” di Van Sant verso l’interiorità del personaggio non è un difetto stilistico ma qualcosa di voluto. A lui preme la parte pubblica e politica di Milk per farlo assurgere a ideale figura modello per tutti gli omosessuali e in una certa misura per tutta la società americana.
In qualche maniera il film più che celebrare gli omosessuali celebra gli Stati Uniti. In questa storia possiamo trovare lo spirito che muove un po’ l’intera società americana (soprattutto la parte democratica): delle idealità etiche poste a base del vivere civile (i soldi qui hanno un ruolo estremamente secondario – come ha potuto finanziare Milk la sue campagne elettorali?), un senso spiccato di comunità definita e unita, un leader carismatico, disinteressato e votato totalmente alla causa comune (in pratica il prototipo ideale del Presidente degli Stati Uniti).
Altro tratto tipicamente americano è quello di sentirsi parte di un gruppo (i gay, i neri, gli ispanici, i religiosi, ecc ...) e di cercare di stare sempre e comunque con questo gruppo, difendendolo a spada tratta. Non conta l’individuo generico universale ma il gruppo di appartenenza. La prima cosa che fa Milk è quella di “impadronirsi” di un quartiere e di renderlo omogeneo per poter vivere secondo proprie regole. In fondo se al posto degli omossessuali ci fossero stati i neri o gli ispanici come protagonisti del film, questo in sé non sarebbe cambiato. Lo spirito è quello di concretizzare la coscienza collettiva di un gruppo e di spronarlo a combattere per la propria esistenza e la propria affermazione, indicando come modello ideale una figura a suo modo eccezionale o fatta diventare tale.
Questo non vuole dire che una persona vale l’altra. Storicamente Milk può a pieno diritto entrare nell’albo umano delle persone che si sono date anima e corpo per permettere agli altri di vivere liberi e nel pieno godimento dei propri diritti. Qualcosa di cui non solo gli omosessuali, ma tutta l’umanità deve essere riconoscente. In effetti Van Sant non ha tutti i torti. Ce ne fossero di più di persone così.
“Mi chiamo xxxxx e voglio arruolarvi tutti”: chi di voi avrebbe il coraggio di pronunciare queste parole di fronte a centinaia o migliaia di persone?
monty morgan  03/02/2009 20:15:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
complimenti, splendido commento !
ce ne fossero di più di commentatori così..... ( e con questa sensibilità)
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  04/02/2009 21:24:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
L'ho visto due volte, sai? La seconda visione forse enfatizza qualche difetto formale che, comunque, non è affatto convenzionale come dice qualcuno. Anzi, siccome Van Sant ha avuto negli ultimi anni un occhio di riguardo alla passività psichica (non-reazione) o alla follia della disperazione umana e giovanile, non è sbagliato dire che forse ha calcato la mano su un personaggio positivo, per quanto promesso Martire, perchè sentiva di doverlo fare.
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  04/02/2009 21:27:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Non so se ci arriverò ai 50 anni" all'inizio Nell'epilogo la sequenza viene ripetuta con questa frase profetica "non ci arriverò mai a 50 anni" , che ne dici?
amterme63  05/02/2009 08:45:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La sequenza finale è una specie di trucco per far riflettere la gente su quelle che hanno visto. All'inizio era uno come noi, una persona comune, poi ha fatto quello che ha fatto. Alla fine rivedendo l'inizio ci rendiamo conto che tutti potremmo fare come lui in teoria, o almeno niente ce lo potrebbe impedire se lo volessimo. La profezia annunciata forse sta a indicare che si rendeva conto del proprio carattere e della propria indole assoluta, cioè decisa a ottenere fino in fondo quello che voleva. Le persone con questa indole hanno vita breve e travagliata.
amterme63  05/02/2009 08:37:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ciao Luca. Anche secondo me non ci sono tutti questi difetti formali che altri hanno rilevato, o almeno non più di tanti altri cineasti di grido attualmente. Un film d'impianto classico perché stavolta si tratta di temi classici, cioè pubblici e quindi non occorrono astrazioni o immedesimazioni obblique. Qui si entra direttamente nel comportamento di una persona fuori dal comune sperando che qualche traccia del suo coraggio e della sua decisione ci rimanga dentro quando usciamo dal cinema. Sì anch'io l'ho visto come una pellicola di "sdebitamento" e come un atto di affetto e ammirazione e devo dire che Van Sant ci è riuscito. Non conoscevo la vicenda di Milk ma adesso devo dire che ho un'altra "speranza" in più nel vedere che c'è gente che si perita di lasciare qualcosa di sé a tutti gli altri. Mi piacerebbe conoscere e lavorare per gente come Milk, anche se in sé non era un persona perfetta e esente da difetti (e qui Van Sant forse è stato troppo indulgente). Sì, un film da rivedere. Sono passati giorni e ci sto ancora pensando.