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HARRY POTTER E LA PIETRA FILOSOFALE regia di Chris Columbus

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Godbluff2     7½ / 10  22/04/2022 12:53:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ahh... L'inizio della saga cinematografica di "Harry Potter", quando ancora quella letteraria non era nemmeno terminata, molto prima che i film cominciassero a venire sceneggiati da un gruppo di oloturie e fotografati da un branco di talpe. "La Pietra Filosofale" è l'unico film, al massimo insieme al secondo, che riesce contemporaneamente a centrare target di riferimento, spirito dell'opera cartacea originale e fedeltà narrativa alla stessa. Perfect. E come film appunto nel suo target, quello di film per ragazzi, è un gioiello, perfetta trasposizione del primo libro della saga, appunto un libricino per bambini-ragazzini. Nel suo genere "La Pietra Filosofale" è un ottimo film e divora la maggior parte dei successivi titoli della saga, che hanno completamente fallito nel loro puntare su una maggiore "maturità" e cupezza in linea con lo sviluppo dei romanzi, perdendone però completamente lo spirito (e la storia in se, completamente tagliata nelle sue parti fondamentali) e cadendo in una produzione da catena di montaggio, con film purtroppo scritti estremamente male.
Ma "La Pietra Filosofale" è estranea a tutto ciò. Un film per ragazzi diretto da un maestro del cinema per i giovini, Chris Columbus, che si è dato un gran da fare per riportare al meglio lo spirito, il mondo e le atmosfere del libro. Questo è un film estremamente fedele al cartaceo ma fosse stato per Columbus lo sarebbe stato ancora di più, fin nel dettaglio, come nel caso del colore degli occhi di Lily e Harry (da notare come tutta la storia del "hai gli occhi di tua madre, Harry" in questo primo film, non essendo riuscito a ricreare la somiglianza cromatica oculare tra madre e figlio, sia stata proprio tagliata da Columbus, non glielo dice nessuno ad Harry, scelta saggia, per quanto sia un dettaglio "importante" nella storia).
Si respira quell'atmosfera magica, infantile (non in senso dispregiativo) e un po' surreale e assurda perfettamente ripresa dal libro (persasi completamente nei film dal terzo in poi, mentre è sempre presente nei libri, anche in quelli più cupi), atmosfera modellata con cura dalle splendide scenografie, dagli ottimi effetti speciali e dalla buona fotografia e alla quale contribuiscono molto anche i personaggi e dunque, gli attori, con un casting mirabilmente indovinato; "Harry Potter" ha sempre avuto di buono di esser recitato da una quantità enorme di ottimi attori (tutti rigorosamente britannici, eccetto per quelli che interpretano personaggi non inglesi), che si sono dimostrati, da grandi attori e attrici quali sono, perfettamente a loro agio nei loro personaggi, rispettandone perfettamente il corrispettivo letterario pur a volte aggiungendoci qualcosa di loro (credo che il Piton di Alan Rickman sia emblematico in questo senso).
Insomma "Harry Potter" è sempre stato ben recitato. La differenza sta nel fatto che in questo primo film questi eccellenti attori sono anche inseriti in un contesto filmico che funziona bene in ogni sua componente, esaltando la caratterizzazione dei personaggi e di conseguenza le loro prove, cosa che non accadrà più nei film successivi, dove al massimo li vedi fare l'impossibile per salvare l'insalvabile.
"La Pietra Filosofale" è un piacere da veder recitata (in originale, ovviamente, meglio, proprio per l'inglesità rigorosa del tutto, anche se è molto ben doppiato): Richard Harris, Alan Rickman, Maggie Smith e Ian Hart (protagonista di "Land and Freedom" di Ken Loach solo qualche anno prima, non esattamente pizze e fichi...) sono i mattatori, ma tutti, in parti grandi e piccole, sono perfetti: John Hurt, Robbie Coltrane, gli indimenticabili Richard Griffiths e Fiona Shaw come Vernon e Petunia Dursley, Warwick Davis, addirittura un Monty Phyton, mister John Cleese nei panni di "Nick-Quasi-Senza-Testa", quasi a rimarcare il mood assurdo e surreale di certi personaggi e certe atmosfere.
Qui pure i tre ragazzini sono bravi. Funziona tutto, al netto di quelle ovvie ingenuità qua e là nella sceneggiatura, nello sviluppo narrativo e nella coerenza interna, cose che si porta dietro già dal libro (la saga non brilla certo per coerenza interna delle regole del suo mondo) o di qualche parte resa, scritta e montata in maniera non troppo brillante e che rende forzato e non troppo agile lo scorrere della storia, in quei punti, a volte per qualche taglio dal libro che toglie dettagli che avrebbero legato meglio gli stacchi (mi viene in mente il pezzo della casa sull'isolotto in mezzo al mare in tempesta); tuttavia i tagli sono minimi e anche necessari, visto che il certosino lavoro di trasposizione di Columbus porta il film, che si prende i suoi tempi, già a due ore e mezza di durata e quei difetti sono piccoli, stemperati dal mood fiabesco-infantile-assurdo del film e ci si passa sopra senza colpo ferire.
Forse le due ore e mezza di durata sono anche troppe, soprattutto per il pubblico più adulto che volesse rivederlo, o che se lo veda insieme ai bambini, ma, questo è ciò che dice la mia esperienza, non lo sono per il target principale di riferimento, visto che da bambino ero ben felice di perdere due ore e mezza nel mondo dell'occhialuto magico più famoso della Galassia.
Tante scene memorabili. Cito lo scontro finale con Raptor-Voldemort. Ora, dei film belli di "Harry Potter", i primi due, quello più "dark" dovrebbe essere il secondo; poi i successivi hanno proprio un'impronta più seriosa e cupa e drammatica. Ok. Ma la scena più disturbante e impressionante di tutta la saga rimane la fine di Raptor in questo film, che dovrebbe essere quello più per bambini e, proprio in base al target di riferimento, porca miseria che sequenza simpatica.
Gran lavoro di Columbus, gran trasposizione di un simpatico libretto per bimbi, perfetta nei suoi intenti. Anche questo è buon cinema.